05/02/2014, 00.00
COREA
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Seoul e Pyongyang d'accordo: il 20 febbraio via alle riunificazioni familiari

I rappresentanti dei due governi aprono alla possibilità di tenere le riunioni sia in modo diretto che per via telematica. Il Nord accetta le condizioni del Sud, ma spera che vengano cancellate le operazioni militari congiunte con gli Stati Uniti. L'ultima edizione (settembre 2013) venne cancellata all'ultimo momento.

Seoul (AsiaNews) - I governi delle due Coree si sono accordati per un nuovo round di incontri di riunificazione fra le famiglie divise dalla guerra del 1950. La sessione di incontri dovrebbe tenersi "entro la fine di febbraio". la data proposta dal Sud è dal 20 al 25 febbraio. Se confermata, sarebbe la prima di questo tipo dal 2010. Nel settembre 2013, infatti, le riunificazioni vennero cancellate all'ultimo momento da Pyongyang, che accusava Seoul di "ostilità".

La decisione arriva a meno di tre settimane dall'inizio delle annuali operazioni militari congiunte fra la Corea del Sud e gli Stati Uniti. Gli scorsi "war games" (condotti nel marzo 2013) hanno scatenato una furibonda reazione di Pyongyang, che ha aperto una escalation di tensione arrivando a minacciare le basi americane a Guam e nelle Hawaii di un attacco missilistico. Subito dopo vennero cancellate sia le riunificazioni familiari che le operazioni industriali congiunte nella Zona industriale intercoreana di Kaesong.

Anche questa edizione sembra collegata alle esercitazioni militari. Anche se il Nord ha scritto una lettera ufficiale offrendo un periodo di distensione, e non ha accennato ai "war games" durante gli incontri di questa mattina, un funzionario del Sud sostiene che l'intenzione "sia chiara. Ma non ci caschiamo: si tratta di esercitazioni che vanno avanti ogni anno da tanto tempo, e non possono essere messe nel mazzo delle condizioni".

Secondo i funzionari della Croce Rossa di entrambe le nazioni, che trattano la questione nel villaggio di Panmujon (dove venne firmato il cessate-il-fuoco che concluse le ostilità del 1953), in programma ci sono sia gli incontri personali - che si dovrebbero tenere dal 20 al 25 febbraio presso il resort nordcoreano sul monte Kumgang - sia quelli televisivi, in cui i familiari possono parlarsi e vedersi solo per via telematica. Sono circa 73mila i sudcoreani che vogliono riabbracciare le proprie famiglie rimaste al Nord. Dei sopravvissuti alla guerra, il 9,3 % ha più di 90 anni; il 40,5 % più di 80 anni e il 30,6 % più di 70 anni. Impossibile "per motivi tecnici" avere i dati relativi ai nordcoreani.

Il dialogo diretto fra i due Paesi confinanti è l'ultimo segnale di distensione della penisola dopo diversi mesi di altissima tensione. Pyongyang avrebbe accettato (come nel settembre 2013) alcuni punti-chiave imposti da Seoul: fra questi la possibilità che i familiari si scambino del denaro; l'assenza di telecamere o di agenti di sicurezza durante i colloqui; incontri personali più lunghi rispetto al passato.

Soprattutto il primo punto rappresenta per il Nord ormai una necessità. La crisi economica derivata dall'assurda politica militarista di Pyongyang ha prosciugato del tutto le già esauste casse statali, e il regime guidato dal "giovane maresciallo" Kim Jong-un ha bisogno di tutta la valuta straniera su cui riesce a mettere le mani. Le rimesse dei familiari all'estero permettono al governo di imporre una tassazione elevata e quindi di incassare in maniera diretta fondi stranieri.

 

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