07/09/2021, 14.44
VATICANO
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Sinodo: una Chiesa che cerca il modo migliore per ‘camminare insieme’

Pubblicati il Documento preparatorio e il Vademecum che indicano il cammino del Sinodo sulla Sinodalità che si aprirà il 9-10 ottobre di quest’anno a Roma e il 17 nelle Chiese particolari e si concluderà con l’assemblea generale, in Vaticano, nel 2023. Tema: “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Una Chiesa che cerca il modo migliore per “camminare insieme”, divenire, cioè, “sinodale”. Nella via voluta da papa Francesco e che vuole impegnare l’intera realtà ecclesiale, oggi si registra una tappa fondamentale con la pubblicazione del Documento preparatorio e del Vademecum che indicano il cammino del Sinodo sulla Sinodalità che si aprirà il 9-10 ottobre di quest’anno a Roma e il 17 nelle Chiese particolari e si concluderà con l’assemblea generale, in Vaticano, nel 2023. Tema: “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione”.

Sinodalità, definita da Francesco, “il cammino che Dio si aspetta dalla Chiesa del terzo millennio”, vuole essere “forma, stile e struttura della Chiesa” in un momento storico “segnato da cambiamenti epocali della società”, comporta coinvolgere l’intero popolo di Dio. I testi pubblicati oggi sottolineano che scopo della prima fase del cammino sinodale è “favorire un ampio processo di consultazione per raccogliere la ricchezza delle esperienze di sinodalità vissuta, nelle loro differenti articolazioni e sfaccettature, coinvolgendo i Pastori e i Fedeli delle Chiese particolari a tutti i diversi livelli, attraverso i mezzi più adeguati secondo le specifiche realtà locali”. Il fine è rispondere alla questione fondamentale: “Come si realizza oggi, a diversi livelli (da quello locale a quello universale) quel ‘camminare insieme’ che permette alla Chiesa di annunciare il Vangelo, conformemente alla missione che le è stata affidata; e quali passi lo Spirito ci invita a compiere per crescere come Chiesa sinodale?”.

In questa prospettiva, sinodalità “è ben più che la celebrazione di incontri ecclesiali e assemblee di Vescovi, o una questione di semplice amministrazione interna alla Chiesa; essa indica lo specifico modus vivendi et operandi della Chiesa Popolo di Dio che manifesta e realizza in concreto il suo essere comunione nel camminare insieme, nel radunarsi in assemblea e nel partecipare attivamente di tutti i suoi membri alla sua missione evangelizzatrice”.

E’ un cammino che si svolge in un contesto segnato dalla pandemia, che ha fatto “esplodere le disuguaglianze e le iniquità preesistenti” nella società, ma anche “la mancanza di fede e la corruzione” che la Chiesa deve affrontare al suo interno e soprattutto, “la sofferenza vissuta da minori e persone vulnerabili a causa di abusi sessuali, di potere e di coscienza” commessi dal clero e anche “una cultura impregnata di clericalismo, che eredita dalla sua storia”. Ma, a conferma del fatto che Dio è sempre accanto alla Chiesa, nascono “nuovi linguaggi della fede” e “nuovi percorsi” per rifondare “il cammino della vita cristiana ed ecclesiale”. Senza dimenticare che “i cattolici, insieme agli altri cristiani, sperimentano forme di persecuzione anche molto violente, e non di rado il martirio”. E che “se da una parte domina una mentalità secolarizzata che tende a espellere la religione dallo spazio pubblico, dall’altra un integralismo religioso che non rispetta le libertà altrui alimenta forme di intolleranza e di violenza che si riflettono anche nella comunità cristiana e nei suoi rapporti con la società”.

In questa prima fase, caratterizzata dall’ascolto – anche dei “lontani” – “i Pastori, costituiti da Dio come autentici custodi, interpreti e testimoni della fede di tutta la Chiesa, non temano perciò di porsi all’ascolto del Gregge loro affidato: la consultazione del Popolo di Dio non comporta l’assunzione all’interno della Chiesa dei dinamismi della democrazia imperniati sul principio di maggioranza, perché alla base della partecipazione a ogni processo sinodale vi è la passione condivisa per la comune missione di evangelizzazione e non la rappresentanza di interessi in conflitto. In altre parole, si tratta di un processo ecclesiale che non può realizzarsi se non in seno a una comunità gerarchicamente strutturata”.

Infine il documento indica dieci “nuclei tematici che articolano diverse sfaccettature della sinodalità vissuta”. Si va dai “Compagni di viaggio” - riflettere su chi fa parte di quella che definiamo “la nostra Chiesa” – ad “Ascoltare” - i giovani, le donne, gli esclusi – da “Prendere la parola” – tutti sono invitati a parlare con coraggio e parresia, senza “doppiezze e opportunismi” – a “Celebrare” -  chiedersi come la preghiera e la celebrazione ispirano e orientano effettivamente il nostro “camminare insieme” – da essere “Corresponsabili nella missione” - servizio della Chiesa, a cui tutti i suoi membri sono chiamati a partecipare - a “Dialogare nella Chiesa e nella società” - ripensare i luoghi e le modalità di dialogo nelle Chiese particolari, con le Diocesi vicine, con comunità religiose e movimenti, con le istituzioni, con chi non crede, coi poveri “- dai rapporti “Con le altre confessioni cristiane” – l’ecumenismo ha un posto particolare nel cammino sinodale – ad “Autorità e partecipazione” – come si identificano gli obiettivi da perseguire, la strada per raggiungerli e i passi da compiere e come viene esercitata l’autorità all’interno della nostra Chiesa particolare  - da “Discernere e decidere” - con quali procedure e quali metodi si prendono le decisioni a “Formarsi alla sinodalità – Come formiamo le persone, in particolare quelle che rivestono ruoli di responsabilità all’interno della comunità cristiana, per renderle più capaci di “camminare insieme”, ascoltarsi a vicenda e dialogare? Che formazione offriamo al discernimento e all’esercizio dell’autorità? Quali strumenti ci aiutano a leggere le dinamiche della cultura in cui siamo immersi e il loro impatto sul nostro stile di Chiesa? (FP)

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