24/08/2010, 00.00
INDIA
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Suor Joanna racconta la missione “precaria”di Madre Teresa

di Nirmala Carvalho
Entrata nelle Missionarie della carità nel 1974, suor Joanna D’Souza ha passato 15 anni con la Beata. La Madre voleva aprire una casa dell’ordine in Cina, ma il governo lo ha impedito. Sulla missione: “Noi non pianifichiamo nulla, andiamo dove Dio ci conduce, anche quando non capiamo o attraversiamo momenti di buio. Lasciamo Dio libero di fare di noi ciò che vuole”.

New Delhi (AsiaNews) – Sono cominciate ieri le celebrazioni del centenario della nascita di Madre Teresa di Calcutta. È stata celebrata una messa nella cattedrale di Baruipur (West Bengal), la prima al mondo ad essere co-dedicata alla Beata. In occasione del centenario del 26 agosto, AsiaNews continua a offrire testimonianze sulla vita di Madre Teresa.

Suor Joanna D’Souza, missionaria della Carità di 59 anni, è entrata nell’ordine nel 1974. È la superiore regionale a Delhi e ha passato 15 anni con Madre Teresa. Nell’intervista, la missionaria della Carità sottolinea l’estrema semplicità di Madre Teresa e il suo “profondo” amore per Dio, fatto anche di momenti di buio e di difficoltà. Parla della volontà di Madre Teresa di aprire una casa in Cina, permesso non concessole dal governo, e della missione “precaria” dell’ordine, che dopo la morte della Beata è rimasta invariata: “Amare Cristo, arrendersi a Lui totalmente e con gioia… LasciarLo libero di fare di noi quello che vuole”.

Com’era Madre Teresa come persona?

La Madre era una persona semplice: recitava le preghiere insieme a noi e mangiava i suoi pasti con noi. Dopo cena, andavo in camera sua e controllavamo le lettere, rispondevamo, ponendo la sua firma ovunque ce ne fosse bisogno. Poi recitavamo le preghiere della sera e passavamo qualche momento molto intimo insieme. L’unico desiderio della Madre era fare la volontà di Dio. Mi sono chiesta spesso: è davvero questa la donna che tutto il mondo insegue?

Che cosa rattristava di più Madre Teresa?

La Madre diventava triste quando qualcuno lasciava le Missionarie della Carità. Provava dolore e desiderava salvare la loro vocazione. Una volta, una suora vivace che voleva lasciare la comunità ha discusso a lungo con me, in quanto Superiore regionale di Delhi. Io ho scritto alla Madre che pensavo che la suora stesse facendo la scelta giusta. La Madre si è rattristata molto per quello che le ho scritto e mi ha risposto che avrei dovuto salvare la vocazione. Un’altra cosa che le causava dolore era vedere una Missionaria della Carità spazientirsi con un povero. La Madre amava i poveri e il suo cuore era addolorato alla vista di una sorella comportarsi in modo impaziente con loro.

Come reagiva Madre Teresa ai riconoscimenti e alla fama?

La Madre accettava allo stesso modo i riconoscimenti e le critiche. Non si faceva mai trascinare dalla fama, così come non era disturbata o scoraggiata dalle critiche. Io sono stata con la Madre a Delhi quando la controversia degli “Angeli del Demonio” era dappertutto. Io ero angosciata dalle critiche e quando ho chiesto alla Madre se non fosse disturbata, lei mi ha risposto semplicemente che pregava per coloro che la criticavano. La Madre accettava anche le folle. Per esempio, una volta a Delhi l’ho accompagnata a ricevere un riconoscimento. Dopo la cerimonia, una grande folla aspettava la Madre per salutarla e per toccarla. La massa di persone ha cominciato a convergere verso la macchina, molti bussavano ai finestrini. Io ero molto spaventata ma la Madre mi ha rassicurato dicendo: “Stanno mostrando il loro amore”.

Qual era il cuore della missione di Madre Teresa, qual era il suo desiderio più grande?

La Madre faceva una profonda esperienza dell’amore di Dio per l’umanità. La missione della Madre consisteva nello sperimentare l’amore di Dio e risponderGli. Dio si identifica con il povero, così se noi vogliamo fare esperienza ed essere testimoni dell’amore di Dio, dobbiamo servire i poveri. Dopo la morte della Madre, quando abbiamo avuto accesso alla sua corrispondenza personale, siamo rimaste folgorate, non potevamo immaginare che la Madre avesse passato dei momenti di buio. Chiunque pensava che la Madre, avendo una profonda esperienza di Dio, non soffrisse crisi di questo tipo. Ma ora, questo mi fa capire che la Madre aveva una comprensione dell’amore di Dio molto più grande e intensa [di quello che pensavo]. La Madre voleva che Dio la usasse totalmente.

Qual è la missione delle Missionarie della Carità oggi?

Quella di sempre, quella degli inizi: amare Cristo, arrendersi a Lui totalmente e con gioia. Le Missionarie della Carità non pianificano nulla, noi andiamo dove Dio ci conduce attraverso lo Spirito Santo. La nostra missione è “precaria”. Noi ci fidiamo di Dio, anche quando non capiamo, anche quando attraversiamo momenti di buio. Lasciamo Dio libero di fare di noi quello che vuole.

La Madre aveva qualche desiderio che non è riuscita a realizzare?

Aprire una casa dell’ordine in Cina. La prima volta e la seconda che la Madre è andata in Cina, ogni cosa era predisposta per aprire una casa. Ma proprio la sera prima della partenza, il governo le telefona e la informa di non andare. La Madre, contrariata, ha detto: “Le nostre sorelle e il cibo erano già pronti, ma il governo ci ha detto di non andare”. Da allora, ogni giorno tutte le Missionarie della Carità pregano Nostra Signora di Sheshan per la Chiesa in Cina. La Madre era stata chiara che saremmo andate solo con l’approvazione del governo.

Come vivi il tuo carisma come Missionaria della Carità?

Io sono una dei consiglieri e sono occupata soprattutto in amministrazione. Anche il mio lavoro insieme alla Madre era di tipo amministrativo. Una volta la Madre ha percepito che stavo combattendo per trovare la gioia nel mio lavoro di amministrazione, soprattutto quando le ho detto che volevo essere implicata in modo attivo nel servizio ai più poveri tra i poveri. La Madre allora mi ha confortato con amore, dicendomi: “Tu non sei entrata [nell’ordine] per lavorare, ma per appartenere a Gesù”. Queste parole hanno illuminato la mia missione, la mia vocazione e la mia vita. Così ho cominciato a trovare la gioia e la felicità nel lavoro amministrativo, meditando sulle parole della Madre: “Io vivo nella libertà della volontà di Dio, non pianifico nulla, sono fedele dovunque vengo mandata e gioiosa [nel compiere] il piano giornaliero di Dio per la mia vita”.

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