05/01/2005, 00.00
INDIA
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Tamil Nadu, la fede è la speranza in questa tragedia

Presidente dell'All India Catholic Union: "Nel dolore molte persone riscoprono la fede". Occorre ricostruire la vita: le barche ai pescatori, il turismo estero e interregionale.

Chennai (AsiaNews) – Tra la distruzione del Tamil Nadu la speranza viene dalla fede. Questa la testimonianza del presidente dell'All India Catholic Union, John Dayal, dopo un viaggio nel Tamil Nadu (da Nagappatinam a Pondicherry), lo Stato indiano più colpito dallo tsunami del 26 dicembre. "Nonostante sembri impossibile – racconta Dayal ad AsiaNews – ho visto e potrei raccontare molti segni di speranza tra questa gente disperata". I più significativi sono "le storie di persone, di ogni credo, che in circostanze così tragiche riscoprono la fede". "Una simile tragedia – ha continuato Dayal – porta a farsi domande e nella riflessione molti hanno riscoperto la fede e trovato la forza di reagire".

In India come in molti altri paesi colpiti, le operazioni di soccorso sono caratterizzate da grande solidarietà interreligiosa. Dayal ha detto che negli interventi "siamo tutti coinvolti" e c'è stata una grande risposta in particolare dai giovani. "Ho visto soprattutto molti giovani cattolici venire dalle zone interne verso la costa a rimuovere le macerie, portare aiuto alle famiglie e ai bambini nei campi d'accoglienza".

Il pericolo di un possibile traffico dei bambini dello tsunami per fini illeciti sembra non toccare per ora l'India. Dayal conferma che "la stampa locale parla di persone che consegnano bambini allo Stato per assicurarsi i sussidi stanziati dal governo" (4544 dollari Usa ad ogni bambino e bambina rimasti senza genitori a causa del terremoto, ndr). Nessun caso, invece, di bambini rapiti e venduti: "ho incontrato membri del corpo di polizia speciale istituito dal governo per controllare la situazione dei minori e mi hanno detto di non aver registrato episodi di questo genere".

Dopo la tragedia in India la Chiesa cattolica insieme alla Caritas si è subito mobilitata per soccorrere le vittime con operazioni di primo intervento e a lunga scadenza, nella ricostruzione. Dayal sottolinea che uno dei primi bisogni è "raccogliere fondi per comprare o costruire le barche dei pescatori". I vescovi del Tamil Nadu e leorganizzazioni cattoliche indiane pensano di lanciare una campagna di aiuti internazionali anche per ripristinare i servizi intorno al  famoso santuario cattolico di Nostra Signora della Buona Salute a Vailankanni; qui lo tsunami ha preservato l'edificio religioso dalla sua furia, ma le ultime stime parlano di 1000 cadaveri recuperati, tra i quali numerosi pellegrini.

Domani a Jakarta un summit internazionale discuterà degli interventi per l'emergenza nel sudest asiatico. "Quello che i leader mondiali dovrebbero tenere presente – ha dichiarato Dayal – è l'importanza di riportare alla normalità il turismo non solo dall'estero ma anche quello interregionale". "I governi - ha concluso - non devono scoraggiare i viaggi verso il sudest asiatico, il turismo è la principale industria per la gran parte di questi paesi e loro maggiore fonte di ricchezza". (MA)

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