16/12/2022, 08.46
GEORGIA
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Tbilisi: l’opposizione cerca l’unità

di Vladimir Rozanskij

Scelti i candidati alla presidenza del Movimento Nazionale. Favorito il leader uscente Melia. Tutti e quattro i contendenti chiedono la scarcerazione dell’ex presidente Saakašvili. La formazione filo-occidentale sfida i pro-Cremlino del Sogno Georgiano ora al potere.

Mosca (AsiaNews) – I membri del Movimento Nazionale, principale partito di opposizione in Georgia, hanno scelto i quattro candidati alla presidenza, la cui elezione si terrà il 28-29 gennaio con il sistema innovativo “blockchain”. Si presenteranno il presidente uscente Nika Melia, il deputato Levan Khabeišvili, l’ex deputata Nona Mamulašvili, che aveva da poco abbandonato la formazione, e l’attivista umanitario Georgij Mumladze. Tutti e quattro i contendenti hanno un punto in comune: salvare il fondatore del partito, l’ex presidente Mikhail Saakašvili, che giace in prigione gravemente ammalato, con lo slogan comune “Libera Miša!”.

I candidati, a partire dal più vicino alle piazze Mumladze, hanno invitato tutti i sostenitori a manifestare in questi giorni davanti al tribunale di Tbilisi, dove si svolge una nuova sessione del processo contro Saakašvili, rientrato clandestinamente in patria due anni fa dall’Ucraina, e accusato di malversazioni al tempo della sua presidenza. Gli avvocati e tutti i suoi seguaci chiedono almeno la libertà provvisoria, per ragioni di salute, mentre ora egli è “prigioniero del regime russo” sostenuto dal Sogno Georgiano al governo.

Dei quattro pretendenti alla guida del Movimento Nazionale, tre sono critici con l’attuale gestione del partito, ritenuta troppo debole a fronte della protervia dei filo-russi al potere. Il costituzionalista Mumladze era addirittura un sostenitore del Sogno Georgiano, ma ha ricevuto il sostegno necessario da cinque membri del Consiglio direttivo del partito. Mamulašvili si era dimessa dall’incarico parlamentare, anche per difendere il fratello Mamuk, comandante della legione georgiana impegnata in Ucraina a combattere contro l’invasione russa. La sua candidatura è emersa a sorpresa negli ultimi giorni, sostenuta da un altro dei giovani contestatori interni, Georgij Khvedeliani, in un “fronte rinnovatore” che chiede una decisa svolta filo-occidentale del partito e del Paese.

Il più deciso oppositore dell’attuale gestione è il deputato Khabeišvili, venuto alla ribalta con accuse pesanti e al limite della volgarità contro i suoi colleghi di partito in Parlamento, diventando con questo molto popolare tra i sostenitori più radicali, soprattutto in provincia. La critica più ripetuta è quella rivolta al presidente del partito Melia, accusato di “inettitudine e incapacità politica”. Ora Khabeišvili assicura che si atterrà alle indicazioni degli elettori, e non abbandonerà il partito neppure in caso di sconfitta, per “appartenenza biologica” al fronte dei filo-occidentali.

La maggioranza dei membri della direzione ha comunque sostenuto la ri-candidatura di Nika Melia, con 39 voti su 93, a partire dal coordinatore Koba Nakopija insieme ai principali leader del partito. Melia propone di stringersi intorno alla figura del leader storico Saakašvili, che tra poco compirà 55 anni, e l’impressione è che abbia ceduto alle pressioni per elezioni anticipate anche per placare le spinte troppo radicali, confidando nella riconferma.

Dalla maggioranza del Sogno Georgiano giungono commenti di scherno al “caos senza fine” degli oppositori, con candidati che vanno e vengono, ma la deputata del Movimento Nazionale Anna Tsitlidze ha risposto che “i nostri avversari sanno bene che il Movimento è il bastione dei valori occidentali, e costituisce il principale ostacolo alla loro voglia di imporre una dittatura teleguidata dal Cremlino”.  Secondo Tsitlidze , “non c’è da stupirsi che all’interno del nostro partito vi sia un’animata competizione democratica, che al Sogno Georgiano non sanno neppure di che cosa si tratti, quando il loro capo viene annunciato semplicemente in televisione”.

Molti osservatori continuano a ritenere che le elezioni interne porteranno alla spaccatura e all’insignificanza delle opposizioni, ma in Georgia le sorprese sono sempre alle porte.

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