27/12/2022, 12.58
MYANMAR
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Un seme di speranza per i giovani birmani senza identità (VIDEO)

di Alessandra De Poli

Nella discarica del distretto di Insein, alla periferia di Yangon, di settimana in settimana crescono i rifiuti ma anche le persone in fuga. Come i ragazzi a cui la Nghet Aw San Boys School prova a dare un’alternativa alla strada grazie all'ong New Humanity che in due anni difficilissimi, segnati dal covid e dalla guerra, ha moltiplicato le sue iniziative.

Milano (AsiaNews) - In un Paese come il Myanmar dove l’identità religiosa ed etnica è sempre stata di primaria importanza, cresce il numero di bambini senza documenti e senza identità nel contesto della guerra civile scoppiata dopo il colpo di Stato del febbraio 2021.

In questa situazione desolante le esperienze dell'ong New Humanity International gettano un raggio di speranza: mentre le Nazioni unite sono state costrette a ritirarsi da alcune aree del Paese e hanno sempre più difficoltà a distribuire gli aiuti umanitari, le piccole realtà locali sono riuscite a dare sostegno alla popolazione. New Humanity, che contava 25 dipendenti, ora ne ha 70 alle proprie dipendenze, riuscendo a crescere in due anni difficilissimi, segnati dal covid e dalla guerra, e ad avviare nuovi progetti.

Come nella discarica del distretto di Insein (v. video), alla periferia di Yangon, dove di settimana in settimana crescono i rifiuti ma anche le persone in fuga dalla situazione attuale che vi si rifugiano. I primi abitanti dello slum si trasferirono lì nel 2008 in seguito al ciclone Nargis che fece più di 138mila morti, devastò ampie aree del Paese e provocò danni per 4 miliardi di dollari.

Il governo in seguito non ha mai preso in mano la situazione della discarica, per cui le famiglie che ci vivono sono a tutti gli effetti clandestine: non esistono documenti che attestino la proprietà dei terreni (per cui le autorità de facto potrebbero far sgomberare tutti da un momento all’altro) e i nuovi nati non vengono registrati all’anagrafe. Da una parte perché con il conflitto il sistema amministrativo sembra completamente collassato, dall’altra perché la popolazione non si fida delle autorità e preferisce vivere in clandestinità all’interno della baraccopoli. Gli operatori di New Humanity hanno dato vita a un asilo all’interno della discarica e hanno avviato una buona collaborazione con la comunità e le autorità locali, ma le incertezze sul futuro non mancano: il conflitto civile non dà segno di attenuarsi e nessuno sa quando sarà possibile dare un’identità ai bambini.

Una situazione parallela a quella della Nghet Aw San Boys School, nel distretto di Kaw Hmu, dove la situazione è davvero difficile: oltre 300 ragazzi provenienti da tutto il Paese sono ospitati qui per motivi diversi. Per questa ragione Kaw Hmu l’associazione New Humanity ha dato vita a corsi professionali con l’obiettivo di favorirne il reinserimento in società e ha avviato anche corsi scolastici base. Fra questi giovani e ragazzi, diversi sono i ragazzi di strada. In poco più di un anno il loro numero è cresciuto a dismisura e gli operatori locali non sanno come comportarsi perché si trovano a dover gestire non solo grandi numeri, ma anche un gruppo eterogeneo di giovani che hanno subito i traumi della guerra e parlano lingue diverse.

Qui New Humanity International ha dato vita a una scuola per 150 ragazzi. Parallelamente, proprio in questo anno difficile, è stato avviato un progetto di formazione professionale e counselling psicologico nel distretto di Dala, per prevenire la devianza giovanile ed aiutare i giovani ad affrontare la difficile situazione che stanno vivendo, continuando a guardare al futuro con speranza.

Va detta la sintonia fra lo staff che lavora nell’educazione in questi ambienti e le autorità locali, che sono in un certo senso preoccupate perché tutto proceda nella maniera più ordinata e positiva per i ragazzi stessi.

Piccoli semi, che si è riusciti a piantare grazie a un lavoro dal basso, camminando al fianco della popolazione locale, e che portano speranza anche in questo momento così complicato per il Paese.

 

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