17/11/2021, 13.10
HONG KONG
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Veglia di Tiananmen, Lee Cheuk-yan: 'È la lotta della memoria contro l’oblio'

L’attivista democratico difende in tribunale la marcia annuale in ricordo del massacro del 4 giugno 1989. Negli ultimi due anni la polizia l’ha vietata per il Covid. Lee: La gente di Hong Kong non ha bisogno di essere incitata a partecipare; il vero provocatore è il regime, che ha sparato contro il suo popolo.

Hong Kong (AsiaNews) – “È la lotta della memoria contro l’oblio”. L’attivista ed ex parlamentare filo-democratico Lee Cheuk-yan ha citato lo scrittore ceco Milan Kundera per descrivere il valore della veglia annuale del 4 giugno in ricordo del massacro di Tiananmen. Lo ha fatto oggi davanti alla giudice Amanda Woodcock nella sua richiesta di mitigazione della pena.

A inizio mese Lee si è dichiarato colpevole di aver organizzato, preso parte e aver incitato altri a partecipare lo scorso anno alla tradizionale marcia che commemora i caduti di piazza Tiananmen a Pechino. La polizia di Hong Kong aveva vietato l’iniziativa con la giustificazione di dover far rispettare le restrizioni per la pandemia da Covid-19.

Lee è l’ex presidente dell’Alleanza a sostegno dei movimenti patriottici e democratici della Cina, organizzatrice della veglia. Il gruppo pro-democrazia si è sciolto di recente di fronte alle pressioni governative: diversi suoi membri sono in carcere per varie accuse e altri rischiano la detenzione in base alla draconiana legge sulla sicurezza imposta lo scorso anno da Pechino.

Con Lee hanno presentato domanda per una riduzione di pena altri dirigenti dell’Alleanza: Simon Leung, Richard Tsoi, Wu Chi-wai e Leung Yiu-chung. Come riporta la Hong Kong Free Press, una volta entrati in aula gli imputati hanno ricevuto l’incitamento del pubblico presente in galleria.

Lee ha risposto agli incoraggiamenti alzando in aria il pugno. Egli è un testimone oculare dei fatti di Tiananmen, quando il 4 giugno del 1989 le autorità cinesi hanno ucciso migliaia di studenti per aver chiesto libertà e democrazia.

Nel suo intervento Lee ha ringraziato gli abitanti di Hong Kong “per aver mantenuto la promessa del 1989”. Rivolgendosi alla giudice Woodcock ha dichiarato: “Vostro onore, la gente di Hong Kong che ha preso parte [alla veglia] non ha bisogno di essere incitata da alcuna persona o organizzazione”. Egli ha aggiunto che “se vi è stato un provocatore, quello è stato il regime che ha sparato contro il suo popolo”.

L’attivista ha concluso il suo discorso con parole che hanno scatenato gli applausi dei suoi sostenitori: “Se devo andare in cella per affermare la mia volontà, allora così sia”. Insieme a decine di personalità democratiche, come il magnate cattolico Jimmy Lai, Lee deve affrontare anche un processo per presunta violazione del provvedimento sulla sicurezza.

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