20/08/2020, 14.36
INDIA
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Vescovi del Kerala: il governo aiuti poveri e dalit

di Biju Veticad

La riforma del 2019 assegna il 10% dei posti di lavoro statali e nelle scuole pubbliche alle famiglie disagiate, senza distinzioni di casta. L’applicazione della normativa favorirebbe migliaia di fedeli siro-malabaresi.

Thrissur (AsiaNews) – I vescovi cattolici del Kerala hanno protestato contro il governo chiedendo che sia applicata la legge sulle quote per le sezioni più povere della popolazione. La normativa, introdotta con una modifica costituzionale nel 2019, riserva il 10% dei posti di lavoro statali e nelle scuole pubbliche ai cittadini che appartengono a famiglie con un reddito annuo inferiore a 800mila rupie (circa 9mila euro) e meno di cinque acri di terreno.

Fino alla riforma dello scorso anno, che estende i benefici ai poveri delle caste elevate, le quote negli uffici e negli istituti scolastici pubblici spettavano solo ai dalit (fuori casta), agli adivasi (tribali indigeni) e alle “altre classi disagiate”. Esse sono state adottate per migliore la condizione socio-economica di queste classi arretrate.

Il governo centrale ha demandato l’attuazione della legge costituzionale alle amministrazioni dei singoli Stati della federazione. L’esecutivo del Kerala è tra quelli che non hanno ancora applicato il provvedimento, da qui le proteste di mons. Andrews Thazhath arcivescovo di Thrissur, e mons. Joseph Kallarangatt, vescovo di Palai.

Finora, la questione centrale per la Chiesa indiana è stata quella delle quote riservate ai dalit cristiani. James Elavunkal, presidente dell'associazione per i Dalit del Kerala, ricorda che i “senza casta” convertiti al cristianesimo perdono in modo automatico ogni diritto ai benefici delle quote. “È un’ingiustizia sociale contro i nostri diritti costituzionali”, egli dichiara ad AsiaNews. Con la revisione costituzionale del 2019, anche i dalit cristiani potrebbero accedere ai posti pubblici riservati per legge.

Per padre James Kokkavayalil, che dirige il Dipartimento per la sensibilizzazione della comunità e la protezione dei diritti nell’arcidiocesi di Changanacherry, la chiesa siro-malabarese non otterrà  nulla se non alzerà la voce contro il governo: “Come sottolineato dai leader cattolici, migliaia di membri della nostra comunità potrebbero beneficiare dei posti riservati”.

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