24/06/2015, 00.00
THAILANDIA
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Vescovo thai: La “Laudato sì” rinnova il valore della creazione divina

di Weena Kowitwanij
Mons. Santisukniran, arcivescovo di Tharae-Nongsaeng, terra dei primi martiri thai, plaude all’enciclica che “ascolta le grida di persone che soffrono”. Il prelato condanna l’uso di pesticidi e veleni che “distruggono tutto”. Egli invita a pregare la Vergine perché insegni a fare buon uso del creato e a vivere in modo fraterno.

Bangkok (AsiaNews) - “Come Mosè, papa Francesco ha ascoltato le grida delle persone che soffrono a causa della siccità, delle alluvioni, delle ondate di calore, dell’innalzamento dei mari, della mancanza di cibo… e ha diffuso con tempismo perfetto questa enciclica”. È quanto afferma in un messaggio inviato ad AsiaNews mons. Louis Chamniern Santisukniran, arcivescovo di Tharae-Nongsaeng (nella provincia di Sakon Nakhon, nel nord-est della Thailandia) e presidente della Conferenza episcopale thai. Certo il pontefice da solo “non potrà salvare vite umane e il mondo intero”, aggiunge il prelato, però con la pubblicazione della “Laudato sì” egli ha riportato alla luce l’importanza della creazione divina “lacerata per troppi anni” e rilanciato “la discussione sul tema”. 

Il prelato ricorda le basi del cristianesimo, in cui Dio esorta il suo popolo a obbedire ai comandamenti. “E il principale di questi comandamenti - aggiunge - chiede di amare Dio con tutto il cuore e i nostri fratelli come Egli li ama. Per questo dobbiamo amare tutta la creazione [divina], che comprende anche animali e natura. Se distruggiamo la natura che appartiene a Dio, siamo fonte di offesa ai suoi occhi”. 

Nella sua riflessione, mons. Louis ricorda che “gli esseri umani sono avidi ed egoisti” per natura e non si sentono responsabili per le cattive azioni commesse, almeno sino a quando non vengono scoperti. Esse tuttavia, aggiunge, prima o poi hanno delle conseguenze e non sarà certo la moderna tecnologia o l’idea di andare a vivere in altri pianeti la soluzione giusta per il futuro dell’umanità. “Queste - avverte - sono idee folli”. 

Il prelato ricorda poi i problemi che più da vicino toccano i Paesi del terzo mondo e le realtà emergenti, come “l’uso comune di pesticidi” che “distrugge tutto” e i veleni che ammazzano “insetti, volatili, anfibi”. Come se la gente dovesse scegliere, aggiunge, se morire di fame o per i pesticidi. Egli ricorda poi i problemi che affliggono le realtà industrializzate, le cui azioni in materia di ambiente potrebbero rivelarsi boomerang che si ritorcono loro contro. 

Per questo egli conclude la riflessione invitando i fedeli a “pregare la Vergine Maria” perché insegni “a usare in modo adeguato i beni frutto della creazione divina” e chiederle aiuto “a vivere in modo fraterno l’uno con l’altro”. 

Mons. Louis Chamniern Santisukniran è arcivescovo di Tharae-Nongsaeng, territorio che copre le province di Sakon Nakhon, Nakhon Phanom, Kalasin e Mukdahan. Fra queste Sakon Nakhon, dove sorge la curia, riveste un’attenzione particolare perché è la provincia da cui provengono i primi sette martiri della Chiesa thai. Essi sono stati uccisi dalle forze di polizia, perché non hanno voluto rinunciare alla loro fede cattolica; la loro proclamazione a beati risale al 22 ottobre 1989 dall’allora papa - e oggi santo - Giovanni Paolo II. 

Oggi in Thailandia la maggioranza dei cittadini, circa il 95%, professa il buddismo, il 3% circa è di fede musulmana, lo 0,5% cristiani (protestanti e cattolici hanno più o meno la stessa percentuale), insieme ad altri gruppi e fedi minori.

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