05/05/2015, 00.00
SIRIA

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Vicario di Aleppo: Contro le "atrocità inimmaginabili", un centro che sfama cristiani e musulmani

Le violenze perpetrate da ribelli ed esercito governativo. Mons. Georges: Siria un tempo “mosaico di pace”, frantumato da violenze “fomentate dall’esterno”. Da gesti e iniziative di solidarietà piccoli segnali di speranza. Come un centro, sostenuto da cristiani e musulmani, che sfama ogni giorno 12mila persone ed è retto da alcune suore.

Aleppo (AsiaNews) - Ad Aleppo la situazione è drammatica e le sofferenze patite dalla popolazione civile hanno raggiunto livelli di “atrocità inimmaginabili”. Nazione un tempo “mosaico di pace”, in cui “convivevano 23 gruppi etnici e religiosi diversi” - come racconta ad AsiaNews il vicario apostolico di Aleppo dei Latini, mons. Georges Abou Khazen - la Siria è oggi devastata da una guerra “fomentata dall’esterno”. Tuttavia, in questo quadro di morte e disperazione, violenza e barbarie, restano vivi alcuni elementi di speranza, che rimandano al periodo pre-conflitto. Uno di questi segnali è il centro delle suore Francescane missionarie di Maria, sostenuto da volontari e benefattori cristiani e musulmani, che ogni giorno fornisce cibo e aiuti ad almeno 12mila persone.

In un rapporto diffuso ieri da una Ong internazionale emergono gravissimi episodi di violenza contro i civili nella città di Aleppo, nel nord della Siria. seconda per importanza del Paese. Da un lato, l’esercito governativo avrebbe usato a lungo i barili bomba, causando morti e feriti fra la popolazione. Stime di Amnesty International parlano di 3.124 civili uccisi fra il gennaio 2014 e il marzo 2015. Gli attacchi hanno colpito anche ospedali, mercati pubblici, scuole, stazioni, luoghi di culto. 

Abusi e violenze sono stati commessi anche dai ribelli, anch’essi responsabili di “crimini di guerra” per l’uso di mortai ed esplosivi contro civili, ordigni a gas e altro materiale vietato dalle convenzioni internazionali. Negli attacchi perpetrati dalle varie fazioni in lotta contro il presidente Bashar al-Assad - una galassia eterogenea che comprende anche gli islamisti di al-Nusra e i jihadisti dello Stato islamico - sono deceduti almeno 600 comuni cittadini nel solo 2014. 

Secondo l'organizzazione internazionale, entrambi i fronti ad Aleppo sarebbero anche responsabili di “torture diffuse, detenzione arbitraria e sequestro di civili”. 

Interpellato da AsiaNews mons. Georges Abou Khazen conferma che “la situazione è molto difficile, soprattutto per i civili”, contro i quali “stanno usando nuovi razzi e missili mai visti prima”. Proprio ieri, aggiunge, un quartiere della città è stato “oggetto di questi attacchi da parte dei ribelli, molta gente è rimasta sotto le macerie”. A seguire, vi è la risposta dell’esercito governativo e il bilancio si aggrava. “È una guerra assurda - prosegue il vicario apostolico - nessuno è risparmiato, né chiese né moschee, né gli ospedali o le scuole che vengono usate come base per attacchi e sono poi oggetto di rappresaglia”. 

“Sembra che l’uomo abbia perso la propria dignità - sottolinea mons. Georges - e molta gente ha abbandonato la città. Alcuni aspettano che finiscano le scuole e le università, per andarsene. Le grandi potenze continuano a fornire armi; noi abbiamo perso la fiducia, ma non abbiamo perso la speranza”. Essa è parte della nostra fede, continua il prelato, è “la promessa del Signore, che invita a non avere paura, ed è confermata da gesti o iniziative di solidarietà che lo confermano”. 

“Oggi sono stato in visita ad un istituto, dove forniscono da mangiare alle persone in difficoltà” racconta il vicario apostolico di Aleppo. Esso sorge in centro città ed è “gestito dalle suore Francescane missionarie di Maria”, riceve aiuti da “benefattori cristiani e musulmani”, oltre che da istituzioni e organismi internazionali fra cui la Caritas e la Mezzaluna rossa. “Oggi esso fornisce cibo e aiuti ad almeno 12mila persone, ogni giorno, senza distinguere fra fedeli di Gesù o Maometto” racconta il prelato. “In passato ha aiutato fino a 25mila civli ogni giorno - aggiunge - ed è sostenuto dall’opera di decine di volontari, cristiani e musulmani”. “Questo è lo spirito che animava la Siria prima della guerra - conclude - questo è il pluralismo, questo è ciò che gridiamo al mondo, a chi all’esterno vuole la guerra, contro questo integralismo che è fonte di rovina e distruzione”. 

Dall'inizio della rivolta contro il presidente Bashar al Assad, nel 2011, oltre 3,2 milioni di persone hanno abbandonato la Siria e altri 7,6 milioni sono sfollati interni. Almeno 200mila le vittime del conflitto, molte delle quali civili per i quali il 2014 è stato l'anno peggiore. Proprio nel contesto del conflitto siriano è emerso per la prima volta, nella primavera del 2013, in tutta la sua violenza e brutalità lo Stato islamico, che ha strappato ampie porzioni di territorio a Damasco e Baghdad.(DS) 

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