05/11/2012, 00.00
CINA
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Wen Jiabao al contrattacco, chiede un’indagine sulla fuga di notizie sulla sua famiglia

Il primo ministro è al centro di uno scandalo politico e di immagine per un reportage del New York Times che svela l’enorme ricchezza della sua famiglia. Ma dietro potrebbe esserci anche una feroce lotta per il potere a pochi giorni dal Congresso comunista. E gli anziani del Partito, che non lo hanno mai amato, ora chiedono “spiegazioni” (e forse la sua testa).

Pechino (AsiaNews) - A pochi giorni dal 18mo Congresso del Partito comunista, chiamato a eleggere la "Quinta generazione" di leader cinesi, il premier uscente Wen Jiabao passa al contrattacco e chiede una "inchiesta formale" sulla fuga di notizie che ha portato il New York Times a pubblicare uno scoop sull'enorme ricchezza della sua famiglia. Secondo alcuni analisti questa fuga sarebbe da imputare alle fazioni rivali a quella di Wen, che vogliono affermare il proprio potere durante il summit nazionale.

Lo scorso 25 ottobre, il noto quotidiano americano ha denunciato con un rapporto molto dettagliato le proprietà della famiglia del primo ministro. Secondo i dati, gli asset finanziari dei Wen toccano "almeno" i 2,7 miliardi di dollari: in Cina il sito del giornale è stato oscurato, ma questo non ha impedito alla notizia di raggiungere la popolazione tramite internet.

Oltre al problema giuridico - i membri del Partito non possono avere azioni o essere proprietari di aziende private o statali - si è verificato uno scandalo di immagine: Wen è infatti noto per provenire da una famiglia molto umile e povera, e ha costruito la sua carriera proprio su questo fatto. In ogni caso, è in buona compagnia: prima di lui l'agenzia Bloomberg ha svelato le proprietà legate alla famiglia di Xi Jinping, in procinto di diventare presidente della Cina e Segretario del Partito, che valgono circa 1 miliardo di dollari.

Nei giorni successivi allo scoop, i legali del premier hanno costretto il Times a ritirare in parte le proprie affermazioni basandosi su alcuni aspetti del diritto internazionale. Ma Wen ritiene che siano i "nemici interni" ad averlo tradito, e ha chiesto con una lettera indirizzata alla Commissione permanente del Politburo di investigare sul fatto. I 9 membri dell'organismo - di cui anche lui fa parte - hanno accettato la richiesta.

Con ogni probabilità l'indagine si svolgerà soprattutto sulla Ping An, la maggiore compagnia di assicurazioni di tutta la Cina. Secondo i documenti pubblicati, la famiglia Wen avrebbe azioni della compagnia per 2,2 miliardi di dollari: la madre del premier, una 90enne ex maestra di campagna, possiede 120 milioni intestati a lei e provenienti dai ricavi del colosso statale.

Secondo diverse fonti, gli "anziani" del Partito - il gruppo che comprende gli ultimi generali maoisti ancora in vita e i "grandi dirigenti" dell'epoca di Deng Xiaoping e di Jiang Zemin - si sono scagliati contro Wen. Il premier è malvisto da questo gruppo - conservatore e ancora molto potente - per le diverse richieste di maggiore "libertà" all'interno della Cina e per la sua campagna a favore di una parziale azione riformatrice e democratica nella politica nazionale. Subito dopo lo scandalo, proprio gli "anziani" hanno chiesto al primo ministro di dare "spiegazioni accurate" riguardo le notizie emerse.

 

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