16/04/2018, 09.46
CINA-USA
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Xi Jinping sia ‘misericordioso’ con il pastore protestante condannato a sette anni

John Cao, cinese, ma sposato a una donna americana, svolgeva attività religiose e caritative fra l’Hunan e il Myanmar. Il Dipartimento di Stato Usa chiede il suo rilascio per “motivi umanitari”. Ai familiari è vietato incontrarlo. L’indurimento della politica religiosa.

Washington (AsiaNews/Agenzie) - Il caso del pastore John Cao, condannato a sette anni di prigione per attività religiosa illegale fra Cina e Myanmar, dovrebbe essere messo a tema in un futuro dialogo fra Donald Trump e Xi Jinping. È l’opinione di Chris Smith, parlamentare del New Jersey, responsabile di una sottocommissione governativa sui diritti umani.

In un’intervista all’Ap, egli afferma che “il nome del pastore Cao dovrebbe essere sulla bocca di Donald Trump ogni volta che egli parla con Xi Jinping”.

Il pastore, originario dell’Hunan, ha sposato l’americana Jamie Powell nel 1988, la quale vive negli Stati Uniti con i loro due figli, ed è residente permanente degli Usa, pur conservando il suo passaporto cinese.

Per la sua sorte è interessato il Dipartimento di Stato il cui portavoce ha detto che Washington è “profondamente preoccupata” della sentenza contro Cao e ha chiesto alla Cina di lasciarlo libero per “motivi umanitari”.

Ben Cao, il figlio 23enne del pastore, sottolinea. “Mio padre non ha mai organizzato cose di tipo politico. [Le sue azioni] erano di carattere religioso e caritatevole... Speriamo che la Cina sia misericordiosa e riconosca che le intenzioni di mio padre erano buone”.

Cao, 58 anni, ne aveva 20 quando si è convertito al cristianesimo protestante. Dopo il seminario a New York per diventare pastore, è tornato in Cina, impegnandosi con le chiese domestiche, non riconosciute dal governo, che spesso sono tollerate dalle autorità locali. Dopo aver costituito una comunità nell’Hunan, egli ha fondato scuole bibliche in Cina e scuole primarie nel territorio Wa del Myanmar, che danno istruzione a oltre 2mila bambini.

Negli ultimi anni, la maggior parte delle scuole da lui fondate in Cina sono state distrutte. Cao, insieme ad alcuni giovani da lui educati, andavano spesso in Myanmar per evangelizzare. Egli è stato arrestato proprio in uno dei viaggi di ritorno da quel Paese, il 5 marzo 2017. Ai parenti e agli amici è stato sempre proibito di incontrarlo.

Alcuni collaboratori del pastore Cao, fanno notare che per molto tempo le sue attività non hanno creato problemi per il governo. L’indurimento nei suoi confronti è frutto del nuovo programma di “sinicizzazione” voluto da Xi Jinping e dei nuovi restrittivi regolamenti sulle attività religiose, varate lo scorso febbraio. Eliminare le “influenze straniere” e frenare la crescita delle conversioni al cristianesimo è divenuto uno dei punti cruciali della politica religiosa cinese.

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