18/05/2017, 15.43
CINA
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Xinjiang, disposta la raccolta del Dna in nome della ‘stabilità nazionale’

Dal 1989 raccolte in Cina le informazioni genetiche di circa 44 milioni di persone. La campionatura senza alcuna supervisione, trasparenza o tutela della privacy. Solo 1,5 milioni di campioni collegati a scene del crimine. Dal novembre 2016, nello Xinjiang per chiedere un passaporto si deve fornire il Dna. Il governo regionale ha speso 10 miliardi di euro per l'indicizzazione. La raccolta delle informazioni biometriche parte della politica del governo centrale di “mantenere la stabilità”.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Gruppi per i diritti umani e accademici denunciano che le autorità cinesi nella turbolenta regione nordoccidentale dello Xinjiang stanno compiendo una raccolta di massa di Dna da cittadini non sospettati di alcun crimine.

La Human Rights Watch (Hrw) di New York segnala che le forze di polizia operano la campionatura senza alcuna supervisione, trasparenza o tutela della privacy. “Rapporti suggeriscono che il governo regionale dello Xinjiang, regione di minoranza etnica [musulmana ndr] con una lunga storia di repressione, intende accelerare la raccolta e l'indicizzazione del DNA”, dichiara il gruppo in una relazione sul suo sito web.

Hrw afferma che dei campioni raccolti nel database, solo 1,5 milioni sono collegati a scene del crimine. Circa 513 mila sono invece tenuti in un archivio separato, per combattere il traffico di esseri umani. “Le autorità hanno affermato che i database del DNA sono usati per risolvere i crimini, inclusi il terrorismo e il traffico di minori, nonché per identificare cadaveri e vagabondi”, ha detto il gruppo.

Gli attivisti riportano che, dal novembre 2016, la polizia dello Xinjiang ha disposto che tutti i richiedenti un passaporto presentino un campione di Dna, mentre le agenzie governative hanno rilasciato offerte multimilionarie per la fornitura degli strumenti  necessari alla raccolta delle sequenze genetiche. Le autorità dello Xinjiang hanno dichiarato di aver acquistato circa 10 miliardi di euro in attrezzature per implementare l'indicizzazione del Dna. I bandi dei governi regionali rivelano che la raccolta delle informazioni biometriche è parte della politica del governo centrale di “mantenimento della stabilità” in Cina.

Resoconti dalla minoranza etnica uigura rivelano che lo schema di campionatura del Dna nello Xinjiang ha avuto inizio lo scorso settembre, con l'avvio di un “controllo sanitario” a livello regionale. Hrw avverte che il programma potrebbe essere utilizzato per aumentare il controllo politico. Gli sforzi di Pechino sembrano concentrati su vari gruppi di persone in tutta la Cina che non sono sospettati di crimini, dichiara il rapporto. Tali gruppi comprendono “persone di interesse”, un ampio termine che può includere dissidenti, attivisti, firmatari e chiunque abbia precedenti penali, lavoratori migranti e clienti di ostelli, locali di intrattenimento, internet cafè e affittuari, nonché specifiche professioni.

La raccolta del Dna è una pratica che la Cina attua sin dal 1989. Fino ad ora le autorità cinesi hanno accumulato in un database nazionale le informazioni genetiche di circa 44 milioni di persone.

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