14/02/2023, 14.19
INDONESIA
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Yogyakarta: il cardinale Guixot insignito del dottorato honoris causa da un'università islamica

di Mathias Hariyadi

Il presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso ha ricevuto il riconoscimento dalla State Islamic University Sunan Kalijaga. La cerimonia si è svolta ieri alla presenza di diversi dignitari cattolici e musulmani, che hanno ricordato le particolari caratteristiche religiose e sociali dell'Indonesia.

Yogyakarta (AsiaNews) - Il cardinale Miguel Angel Ayuso Guixot, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso (Pcdi), è stato insignito ieri a Yogyakarta (Giava Centrale) del dottorato honoris causa dalla State Islamic University Sunan Kalijaga (Uin). 

Alla cerimonia hanno partecipato due cardinali indonesiani, Julius Darmaatmadja e Ignatius Suharyo, oltre a numerosi prelati, tra cui l'arcivescovo di Pontianak, mons. Agustinus Agus, che ha sempre mantenuto buone relazioni con la più grande e moderata organizzazione musulmana indonesiana, la Nahdlatul Ulama (Nu).

Presenti anche il presidente della Nu, Kiai Hajj Yahya Cholil Staquf, il ministro indonesiano per gli Affari religiosi, Yaqut Cholil Qoumas, il rettore dell’università, il professore Al Makin, e altri alti dignitari delle comunità cattoliche e musulmane insieme a oltre 1.500 persone.

Nel suo discorso di ringraziamento il cardinale Guixot ha parlato di “wasatiyyah”, un concetto islamico spesso tradotto con “moderazione” come "soluzione" al fondamentalismo religioso e dell'estremismo: "La wasatiyyah è stata adottata e praticata da molti partiti islamici per difendere il loro carattere moderato nell'affrontare le questioni contemporanee, continuando a dare priorità alla giustizia sociale e al benessere", ha detto il porporato.

Per il cardinale Guixot accettare il concetto di wasatiyyah significa accogliere i diversi gruppi religiosi e rafforzarne la fratellanza: “Ho sempre ammirato molto la pancasila indonesiana come stile di vita e filosofia di questa nazione che è stata benedetta da Dio con un ampio spettro di diversità in termini di cultura, lingue e religioni. Ammiro molto anche Sunan Kalijaga - il patrono di questa università - leader islamico e predicatore nazionalista che ha conservato con forza le saggezze locali originarie", ha proseguito il cardinale. "Dio ci ha creati con così tante differenze non per accendere la divisione sociale ma per creare unità tra di noi", ha aggiunto ancora ricordando cerimonia di firma della dichiarazione di Abu Dhabi tra papa Francesco e il Grande Imam di Al Azhar Ahmad Al Tayyib nel febbraio 2015. "Abbiamo la nostra comune identità di famiglia umana con gli stessi diritti e doveri di tutti gli abitanti del mondo. Non dimentichiamo che abbiamo anche le stesse radici, il che significa che il dialogo non partirà mai da zero ma dalla stessa umanità, che ci aiuterà ad aprire uno spazio di incontro esistenziale".

Parlando con i media indonesiani prima della cerimonia, il rettore dell’Uin, il professore Al Makin, ha spiegato il suo punto di vista: "Il cardinale ha sempre sottolineato come l'Indonesia trovi i suoi punti di forza nella saggezza islamica e in quella locali, e che il buon rapporto tra le comunità religiose è diverso da quello di altre nazioni: in Indonesia, l'armonia sociale diventa il nostro interesse comune".

Interpellato da AsiaNews, Paulus Tasik Galle, dell'ufficio interreligioso del ministero per gli Affari religiosi, ha evidenziato il valore della dichiarazione di Abu Dhabi che “ha dato forma a un nuovo capitolo di relazioni molto più costruttive tra la Chiesa cattolica e la comunità islamica in Indonesia".

"L'Indonesia è sempre stata nel cuore di papa Francesco", ha proseguito Galle, ricordando la solidarietà del pontefice espressa in occasione di disastri naturali.

L’arcivescovo di Pontianak, mons. Agustinus Agus, che nel 2019 ha fatto incontrare il presidente della Nahdlatul Ulama e il cardinale Ayuso Guixot, ha dichiarato: "Nel mondo cattolico è emersa una forte coscienza che la pace e la giustizia non possano essere raggiunte senza la cooperazione con altri”.

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