Nepal: la festa del Teej, l’inno al materialismo delle donne indù
di Kalpit Parajuli
Le celebrazioni in onore della dea Parvati e della sua devozione coniugale a Shiva mostrano in modo sempre più evidente il divario tra ricchi e poveri. Per tradizione le donne, vestite di un sari rosso, si scambiano doni e gioielli, un giorno prima del digiuno sacro.

Kathmandu (AsiaNews) - Un inno al materialismo, più che una celebrazione della fede e della spiritualità: è così che molti esperti descrivono la tradizionale festa del Teej, la più grande celebrazione indù dedicata alle donne. Conclusa ieri, secondo alcuni quest'anno la festa ha evidenziato il divario tra ricchi e poveri, anziché essere un momento di comunione e preghiera per i fedeli.

"La festa - sottolinea ad AsiaNews Govinda Tandon, rappresentante governativo del tempio di Pashupatinath - ha una sua sacralità e mostra la devozione delle donne al dio Shiva. Oggi però assistiamo a un'esposizione della propria superiorità materiale, anziché della fede. C'è un'enorme corsa a usare gioielli costosi, che la fede non richiede. Questo desiderio di superiorità sta creando un divario tra ricchi e poveri che rischia di creare un conflitto nella comunità".

Dedicata alla dea Parvati per commemorare la sua unione con Shiva, la festa del Teej è l'occasione per le donne indù - sposate e nubili - di chiedere una vita coniugale felice o di incontrare il loro grande amore. Secondo la tradizione, un giorno prima del digiuno del Teej le donne si riuniscono insieme per scambiarsi in dono cibi, vestiti e gioielli, indossando un sari rosso. Durante il digiuno - che dura dall'alba al tramonto - non possono toccare neanche un goccio d'acqua e devono intonare inni e canti dinanzi alle immagini o ai templi dedicati a Shiva.

Di anno in anno però, questa celebrazione va perdendo il suo volto "spirituale", e non è raro sentire di giovani donne - appartenenti alle caste più povere - che vendono un rene per comprare i gioielli da donare al Teej.