Possesso d’armi, Pechino bacchetta Washington: imparate dalla Cina a tutelare i diritti umani

L’editoriale pubblicato nel giornale del partito. L’accusa di “puntare il dito” contro gli altri Stati mentre si dà più importanza al diritto al possesso d’armi che alla vita. La Cina respinge le accuse di violare i diritti umani, ma perseguita attivisti e avvocati.


Pechino (AsiaNews/Agenzie) “Gli Stati Uniti dovrebbero imparare dalla Cina e proteggere davvero i diritti umani”, adottando misure restrittive sul possesso d’armi. È quanto sostiene un editoriale pubblicato oggi sul Global Times, il quotidiano del Partito comunista cinese, riferendosi alla sparatoria che la settimana scorsa ha provocato la morte di 17 studenti liceali in Florida.

“Washington punta un dito accusatorio contro gli altri Paesi per i diritti umani… eppure, sono stati uccisi da spari più americani nel Paese che soldati americani in tutte le guerre Usa”, commenta l’editoriale, definendo “inumano” che gli Stati Uniti “chiudano gli occhi” sulla violenza a mano armata. “In Cina, il possesso d’armi è strettamente regolato”.  “Gli Stati Uniti non hanno altra scelta che adottare il controllo delle armi. Il diritto alla vita è il più fondamentale [dei] diritti umani. Il diritto a portare un’arma non può sovrastare il diritto alla vita”, afferma l’autore.

La tutela dei diritti umani è spesso argomento di discussione fra i due giganti economici, sin dalle sanzioni che Washington impose a Pechino nel 1989, dopo il massacro di piazza Tienanmen. La Cina respinge le accuse di violare i diritti umani e al contempo prosegue la propria campagna contro attivisti e avvocati.