Punjab, cristiani condannano l’uccisione per blasfemia di un musulmano
di Imran Morris
Tremila persone, molti provenienti da madrasse, hanno dato fuoco a Ghulam Abbas per aver strappato le pagine del Corano. La vittima era un disabile mentale. Attivista cristiano: sconvolgente il silenzio di autorità e polizia.

Lahore (AsiaNews) - Cristiani pakistani condannano il silenzio del governo del Punjab sulla morte di Ghulam Abbas, un musulmano disabile mentale bruciato vivo da 3mila persone per blasfemia. Per Safraz Clement, cristiano e attivista sociale, "è sconvolgente che la polizia non abbia arrestato ancora nessuno, nonostante esista una denuncia a carico degli aggressori".

La vittima, un mendicante sui 40 anni, aveva strappato alcune pagine del Corano ed era stato arrestato dalla polizia di Chani Ghot (regione meridionale del Punjab) per essere sottoposto a un interrogatorio. Diffusasi la notizia del suo gesto tra le moschee della regione, nel giro di poche ore circa 3mila persone si sono radunate dinanzi alla stazione di polizia, chiedendone la morte. Composta per lo più da studenti delle madrasse locali, la folla è diventata violenta e ha fatto irruzione nell'edificio, ferendo sette agenti e bruciando diverse automobili. Una volta trovato l'uomo, gli aggressori lo hanno trascinato fuori, pestato a sangue e infine gli hanno dato fuoco.

I cristiani notano come la legge contro la blasfemia è ormai diventata una patente per uccidere, dal momento che è sufficiente l'accusa di aver insultato il Corano o il profeta Maometto  per diventare vittima di fondamentalisti.