Banca mondiale: Strategie per lo sviluppo del Myanmar
Il programma di 18 mesi intende sostenere il processo di riforme avviato dal governo e garantire stabilità. I tre pilastri sono: trasformazione delle istituzioni, maggiore fiducia e futuri investimenti. Essenziale la pace con le minoranze etniche nelle aree di confine. La collaborazione della Banca asiatica per lo sviluppo e del Fondo monetario internazionale.

Yangon (AsiaNews) - Una strategia di breve-medio periodo per sostenere il cammino di riforme del governo birmano e promuovere la crescita economia, aprendo le porte anche a nuovi investimenti provenienti dall'estero. È lo studio elaborato dalla Banca mondiale (Wb, clicca qui per leggere l'intero documento), in risposta alle sollecitazioni avanzate nelle scorse settimane da esponenti della società civile e da leader dei gruppi etnici, sulle prospettive di sviluppo e investimento dell'organismo internazionale in Myanmar. Esso prevede tre obiettivi primari: accompagnare il processo di trasformazione delle istituzioni, gettare le basi per una maggiore fiducia e preparare il terreno per futuri investimenti, contando sulla collaborazione di altri istituti quali la Banca asiatica per lo sviluppo (Adb) e il Fondo monetario internazionale (Imf).  

Il piano della Banca mondiale riguarda i prossimi 18 mesi e prende in esame, in primis, le tre grandi trasformazioni avviate dal nuovo governo civile birmano: la transizione da un regime militare a un sistema democratico; il passaggio da un'economia centralizzata a un sistema di mercato; mettere fine alle guerre decennali contro le minoranze nelle aree di confine. Esso intende promuovere queste tre grandi riforme, guardando anche agli obiettivi fissati dall'esecutivo di Naypyidaw, fra cui lo sviluppo agricolo, una crescita bilanciata e inclusiva, migliori standard qualitativi.

Il primo dei tre grandi "pilastri" per lo sviluppo in Myanmar riguarda la "trasformazione delle istituzioni", che dovrà portare al miglioramento dell'attività di governo, alla creazione di posti di lavoro, allo sviluppo del settore privato insieme a maggiore trasparenza nel pubblico.

In secondo luogo, la costruzione di un'atmosfera di "fiducia" attorno al Paese, tanto nel cammino di riforme quanto nella possibilità di rafforzare lo sviluppo economico e sociale. Per questo è necessario portare la pace nelle aree ancora oggi soggette a conflitti e misure di sostegno alla popolazione, dando sempre maggior potere alla società civile e ai suoi rappresentanti.

Infine, la "preparazione della rotta per il futuro" con una particolare attenzione al censimento da effettuare entro il 2015 e la preparazione di una indagine seria sulla spesa delle famiglie.

Da ultimo, gli esperti della Banca mondiale ricordano i rischi legati al progetto di riforme e che possono rallentare - o bloccare - la crescita del Paese. Fra questi la "fragilità" del sistema, la "ripresa dei conflitti", la "instabilità" del sistema operativo, il rischio che le aspettative vengano "frustrate" e la "mancata ottimizzazione" delle riforme per la portata limitata del contesto sociale rispetto alle aspettative del governo. 

Il flusso di investimenti esteri e gli obiettivi dei maggiori istituti internazionali preoccupano però gli esuli birmani, per anni impegnati nella lotta per la democrazia e il rispetto dei diritti umani in Myanmar. In una recente intervista ad AsiaNews Aye Chan Naing, direttore del sito dissidente Democratic Voice of Burma (Dvb), ha ricordato che "nessuno potrà fermare il flusso di investimenti" ma auspica che l'ingresso di compagnie occidentali possa portare "uno standard maggiore in termini di diritti dei lavoratori". In precedenza Tin Swe, rappresentante della Lega nazionale per la democrazia (Nld) in India, ha ricordato che la ricchezza materiale "non è la sola aspirazione" perché ciò che davvero conta per il Myanmar sono "la prosperità di tutta la popolazione e una vita vissuta con piena dignità".