Orissa: la corruzione della polizia amplifica le violenze contro cristiani e minoranze
di Nirmala Carvalho
È la denuncia del Global Council of Indian Christians (Gcic). Agenti hanno ucciso cinque contadini scambiandoli per guerriglieri maoisti. Ancora in carcere sette cristiani innocenti, accusati di responsabilità nei pogrom del 2008.

Mumbai (AsiaNews) - La corruzione della polizia da parte dei politici locali favorisce le violenze contro poveri, minoranze etniche e religiose e bisognosi dell'Orissa. È la denuncia di Sajan K George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), ai continui episodi di  violenza e la totale assenza di giustizia che colpiscono le comunità più deboli dello Stato indiano, in particolare quelle cristiana, dalit e tribale.

Uno dei casi di cui si è interessato il Gcic è avvenuto nel distretto di Gajapathi e riguarda la morte di cinque persone - quattro uomini e una donna - per mano della polizia, che li ha uccisi scambiandoli per guerriglieri maoisti. Il fatto risale al 14 novembre scorso, e da allora i familiari delle vittime non hanno mai ricevuto né risarcimenti, né giustizia.

Tutte e cinque le vittime erano civili innocenti che facevano i contadini. Tre di loro - Aiba Padra, 35 anni; Shyamason Majhi, 50; Sanatan Mallick, 27 - erano adivasi (aborigeni) della tribù Kondh. Gli altri due - Ghasiram Bagsingh, 33 anni, e Laxmi Kanta Nayak (l'unica donna) - erano dalit della comunità Pano. Aiba, Syamason e Ghasiram erano anche attivisti sociali, impegnati nella difesa dei diritti della loro comunità. Nonostante la loro identità fosse nota e non siano mai state trovate armi vicino ai loro corpi, dopo la morte i poliziotti hanno raccontato di aver aperto il fuoco per difendersi da un attacco.

Un altro episodio denunciato dal gruppo cristiano è avvenuto il 12 dicembre 2012 a Raikia (Kandhamal): il governo ha demolito 12 case, abitate da vedove e famiglie povero, per favorire la mafia locale. Dopo il fatto l'amministrazione locale non si è mai preoccupata di dare abitazioni alternative a queste persone.

Sajan George rinnova poi la richiesta di liberazione di sette cristiani innocenti, da quattro anni in carcere a Kandhamal con l'accusa dell'omicidio del leader indù Laxamananda Saraswati, la cui morte scatenò i violenti pogrom dell'Orissa (2008).