Bangladesh, esplode l’ira islamica contro la comunità indù
di Sumon Francis Gomes
Le violenze seguono il verdetto contro un leader del partito islamico, condannato a morte per crimini di guerra. Case bruciate e templi distrutti in diverse zone del Paese.

Dhaka (AsiaNews) - Decine di case date alle fiamme, donne e ragazze aggredite, templi profanati e statue della dea Kali distrutte. Da giorni in varie zone del Bangladesh la comunità indù è nel mirino dei sostenitori del Jamaat-e-Islami, il partito islamico, dopo che un tribunale ha condannato a morte Delawar Hossain Sayedee (leader del Jamaat) per crimini di guerra. Le violenze contro la minoranza si sono intensificate ieri, durante l'hartal (sciopero) convocato dal Bangladesh Nationalist Party (Bnp - all'opposizione, alleato del partito islamico) per protestare contro il verdetto.

A Khulna (città nel sudovest del Paese) diversi attivisti del Jamaat-Shibir (ala giovanile del Jamaat) e del Bnp hanno deviato una delle manifestazioni previste dall'hartal e si sono diretti a Dhopapara, località molto povera abitata per lo più da indù. In breve tempo, questi estremisti islamici hanno dato fuoco a otto case e saccheggiato 10 negozi, prima di essere dispersi dalla polizia. "Quadri del Jamaat - racconta Amio Das, una delle vittime dell'attacco - si sono introdotti in casa mia e hanno picchiato mia madre, mia moglie e le mie tre figlie. Ci hanno derubato e poi hanno bruciato tutto".

Nel villaggio di Aditmari (distretto settentrionale di Lalmonirhat) alcuni fondamentalisti sono piombati nel tempio indù Sree Sree Shoshan Kali Mandir, dedicato al culto di Kalì, compiendo atti vandalici e distruggendo le statue della divinità. Lo stesso è accaduto al tempio del villaggio di Lakhirpar e a uno a Satkania (Chittagong).