Hassan Rouhani: Un governo forte non pone limiti alla libertà delle persone
Il neo-eletto presidente dell'Iran critica le restrizioni del precedente governo. Le attese degli iraniani per la liberazione dei leader moderati Mousavi e Karroubi. Per la popolazione Rouhani è soprattutto un ponte fra i moderati e il potere assoluto della Guida suprema.

Teheran (AsiaNews/Agenzie) - Il nuovo presidente iraniano, il moderato Hassan Rouhani, parla per la prima volta di libertà di pensiero e onestà, sottolineando che un "governo forte non è quello che pone dei limiti alla vita delle persone".  In un discorso al clero sciita pronunciato lo scorso 3 luglio, il neo-eletto leader ha affermato  che le "persone esigono onestà e la gente domanda promesse oneste da parte del governo". I riferimenti sono alle restrizioni imposte da Ahmadinejad a internet e altri sistemi di comunicazione dopo le rivolte del 2009.

Le dichiarazioni del presidente - eletto lo scorso 17 giugno con  il 50,7% dei voti - hanno suscitato nuove speranze nella popolazione iraniana per un reale, anche se lento, cambiamento del Paese. In attesa del suo insediamento ufficiale (in programma per il 3 agosto) la popolazione ha ricordato in più di un'occasione ad Hassan Rouhani le promesse fatte durante la campagna elettorale. Sotto esame vi sono soprattutto le sue dichiarazioni in merito alla liberazione dei leader moderati Hossein Mousavi e Medhi Karroubi, incarcerati nel 2009 durante le proteste dell'Onda verde, e le ipotesi di una posizione più collaborativa con la comunità internazionale sul programma nucleare, lanciato dal predecessore Ahmadinejad.  

Alcuni giorni dopo la sua elezione, Rouhani ha rassicurato i suoi sostenitori che non avrebbe dimenticato le sue promesse. Ciò è avvenuto dopo che un uomo ha interrotto una sua conferenza stampa gridando al neoeletto presidente di liberare Mousavi e Karroubi. Egli ha ribadito il suo impegno per la liberazione dei due leader, sottolineando che "alcuni problemi devono essere risolti, ma ci vuole tempo e pazienza".  

In un articolo pubblicato dal sito al-Monitor Mani Fardad - pseudonimo di un giornalista iraniano - sottolinea che chi ha votato Rouhani lo ha fatto proprio per liberare i leader dell'opposizione e prigionieri politici arrestati nel 2009. Il giorno della sua vittoria, migliaia di persone sono scese in piazza a Teharn gridando "liberate Mousavi e Karroubi". Per l'autore dell'articolo, la popolazione è conscia che su molte questioni non è Rouhani ad avere il potere, ma la Guida suprema, l'ayatollah Ali Khamenei.

M.Sajad, giornalista riformista che ha contribuito alla campagna elettorale del presidente, spera che egli possa essere la "chiave per riaprire le porte chiuse in questi anni dal dilagare del conservatorismo". "Penso - afferma - che Rouhani stia negoziando con le autorità, senza renderlo noto al pubblico e ai media". Per il giornalista la liberazione dei "due ex candidati riformisti, è fondamentale per  instaurare un clima di fiducia fra la popolazione e la nuova leadership".

Un'altra promessa fatta dal presidente Rouhani in campagna elettorale è un cambiamento nelle relazioni con la comunità internazionale nei colloqui sul nucleare. Dopo le prime dichiarazioni deludenti fatte pochi giorni dopo la sua vittoria, che hanno fatto pensare a un illusione collettiva, di recente  il presidente è su una linea più moderata. Parlando alla TV di Stato lo scorso 1 luglio, egli ha affermato che "l'Iran è pronto al dialogo con gli altri Paesi , purché esso sia basato sul rispetto e sulla tutela degli interessi reciproci".