Corea, Seoul e Pyongyang trovano l'accordo per riaprire Kaesong
di Joseph Yun Li-sun
Il prossimo 16 settembre ripartiranno i lavori nel complesso industriale intercoreano, che l'arcivescovo di Seoul ha spesso indicato come "segno di pace e di speranza" per la penisola. Il Sud godrĂ  di un'esenzione fiscale per l'anno in corso. Attesa anche per le riunificazioni familiari, ferme da anni, che dovrebbero ripartire in occasione della Festa del Ringraziamento coreana.

Seoul (AsiaNews) - Dopo cinque mesi di stallo, questa notte i governi di Seoul e Pyongyang si sono accordati per riaprire il complesso industriale intercoreano di Kaesong. Lo conferma il ministero dell'Unificazione del Sud, secondo il quale le operazioni riprenderanno il prossimo 16 settembre; nei giorni successivi (il 19, Festa coreana del Ringraziamento) dovrebbero ripartire - salve crisi dell'ultimo momento - anche le riunificazioni delle famiglie divise dalla Guerra di Corea e dalla successiva divisione della penisola.

Secondo gli accordi stipulati fra i due governi, le industrie sudcoreane saranno esentate dal pagamento delle tasse per tutto il 2013: le imposte non pagate del 2012, che il Nord aveva indicato come scusa per bloccare l'ingresso di alcuni imprenditori sudcoreani, saranno invece saldate con un conguaglio entro dicembre. Seoul e Pyongyang si sono accordate inoltre per creare un organismo di arbitrato bilaterale - da consultare in caso di disaccordo su salari e tassazione - e per installare un sistema di identificazione radio per facilitare l'accesso alla zona industriale.

Nel complesso industriale di Kaesong, che si trova nei pressi della Zona demilitarizzata, operano 123 fabbriche sudcoreane che danno lavoro a circa 50mila operai del Nord. Si tratta di un'importante fonte di reddito per la disastrata economia del regime dei Kim, provata da politiche finanziarie fallimentari e da una spesa bellica in continuo aumento.

La chiusura del complesso industriale inter-coreano è stata decisa in maniera unilaterale da Pyongyang all'inizio di aprile, ultimo atto di una serie di provocazioni belliche e propagandistiche che hanno portato la penisola sull'orlo di un nuovo conflitto aperto. Da metà luglio i due governi hanno cercato di trovare dei "punti in comune" per autorizzare la riapertura, ma senza arrivare a un accordo.

La Chiesa cattolica della Corea del Sud ha chiesto più volte la riapertura del complesso, definita dall'arcivescovo di Seoul "un simbolo di pace e speranza" per la futura riunificazione del Paese.