Lo Sri Lanka vieta (al Nepal) di proiettare un documentario sulla guerra civile
di Melani Manel Perera
“No Fire Zone: In The Killing Fields of Sri Lanka”, del britannico Callum Macrae, doveva essere proiettato a un festival cinematografico, ma Colombo lo ha proibito. Organizzatori della rassegna: “Gesto contrario alla libertà d’espressione”. Il film mostra le stragi compiute da esercito e ribelli nelle fasi finali del conflitto.

Colombo (AsiaNews) - Lo Sri Lanka ha chiesto e ottenuto dal Nepal di non proiettare al Film SouthAsia 2013 (3-6 ottobre, Kathmandu) un documentario che denuncia i crimini contro la popolazione avvenuti nelle ultime fasi della guerra civile. Nel dare l'annuncio, gli organizzatori della rassegna cinematografica hanno spiegato che "il governo dello Sri Lanka ha fatto pressioni sulle autorità nepalesi per fermare la diffusione dei tre documentari dello Sri Lanka selezionati per il festival. È un gesto che va contro la libertà d'espressione".

La proiezione di No Fire Zone: The Killing Fields of Sri Lanka (v. trailer) era in programma per oggi. Gli organizzatori del festival però hanno rivelato che domani verrà comunque presentato - in forma privata - allo Yala Maya Kendra di Kathmandu.

Secondo l'inglese Callum Macrae, regista del documentario, No Fire Zone è "un'accusa devastante al ruolo del governo dello Sri Lanka nei massacri compiuti alla fine della guerra". La pellicola è frutto di tre anni di indagini e presenta documenti video e fotografici originali e testimonianze dei sopravvissuti.

"Con dettagli strazianti - spiega il regista - il documentario descrive come nel gennaio 2009 il governo abbia incoraggiato migliaia di civili tamil a radunarsi nelle cosiddette no-fire zones, per poi compiere bombardamenti massicci e intenzionali su queste aree. Nessuno sa quante persone siano morte, ma un rapporto dell'Onu suggerisce oltre 40mila". Per dimostrare l'obiettività del suo lavoro, Magrae spiega che "il film esamina anche il ruolo delle Tigri Tamil nella tragedia, rivelando come i ribelli hanno aggravato l'agonia dei civili [tamil] impedendo loro di abbandonare le no-fire zones e sparando a chiunque tentasse la fuga".