Vescovi del Giappone: una messa solenne a Sendai per le vittime del terremoto e dello tsunami
L'Assemblea generale della Conferenza episcopale nipponica ha deciso continuare a destinare tutti i fondi a disposizione per la ricostruzione delle aree devastate dal sisma dell'11 marzo 2011. Una preghiera speciale per le vittime e i sopravvissuti sarĂ  letta in tutte le chiese del Paese a ridosso dell'anniversario.

Niigata (AsiaNews) - I vescovi di tutto il Giappone concelebreranno a Sendai una messa solenne per le vittime e i sopravvissuti del Grande terremoto - e del conseguente tsunami - che ha sconvolto il Paese l'11 marzo 2011. Lo ha deciso l'Assemblea generale della Conferenza episcopale nipponica, che si è svolta nei giorni scorsi a Tokyo. I presuli hanno anche approvato il testo di una preghiera speciale per le vittime del sisma, che sarà letta in tutte le chiese del Paese a ridosso del terzo anniversario del disastro.

La riunione della Conferenza episcopale si è chiusa con una messa presieduta dal presidente, l'arcivescovo della capitale mons. Okada, e con un messaggio letto dal Nunzio apostolico mons. Chennot. I vescovi hanno deciso di incontrarsi il 10 marzo nella cattedrale di Sendai, una delle aree più colpite dal terremoto, per una celebrazione eucaristica e una preghiera di suffragio per le anime dei defunti.

Inoltre, nel corso della plenaria i presuli hanno rinnovato l'impegno della comunità cattolica a favore della ricostruzione: nei prossimi tre anni, tutti i fondi a disposizione della Chiesa nipponica saranno indirizzati nei progetti di ripresa delle aree colpite. Le province di Tokyo, Osaka e Nagasaki hanno confermato l'invio di volontari, che attraverso la Caritas nazionale forniscono materiali e fondi per le attività necessarie alla popolazione.

L'11 marzo del 2011 un enorme terremoto ha scosso la costa orientale del Giappone, provocando uno tsunami devastante. Circa 16mila persone sono morte subito dopo la tragedia (oltre a migliaia di scomparsi), ma il numero delle vittime continua a salire per i danni alle centrali nucleari di Fukushima, che hanno causato una fuga di radiazioni letali. La Chiesa giapponese e la Caritas sono impegnate nei programmi di riabilitazione dell'area, ma sono ancora migliaia le persone in gravi difficoltà.