Nghê An, le autorità vietnamite liberano due prigionieri politici cristiani
Il giovane Nông Hung Anh e la signora Dang Ngoc Min hanno trascorso tre anni in carcere. Dietro la condanna, l’attivismo nel campo religioso e nel sociale. Entrambi facevano parte di un gruppo di 17 cristiani arrestati nel 2011; alcuni di loro hanno partecipato a manifestazioni anti-cinesi. 


Hanoi (AsiaNews) - Il governo vietnamita ha rilasciato due prigionieri politici, il giovane Nông Hung Anh e la signora Dang Ngoc Min, madre di famiglia, parte di una rete di 17 cristiani attivisti nel sociale, arrestati in due diverse occasioni fra agosto e dicembre 2011. Il ragazzo è il solo protestante, di un gruppo formato per il resto da cattolici. La loro liberazione risale all'11 giugno scorso, ma la notizia è stata diffusa solo in queste ore e rilanciata da Eglise d'Asie (EdA).

Prima del fermo, Nông Hung Anh era uno studente di Lingua e letteratura cinese all'Università di Hanoi; egli si è battuto a lungo contro i progetti minerari e l'estrazione di bauxite negli Altipiani centrali del Vietnam, da parte di multinazionali di Pechino. Egli ha partecipato a manifestazioni di protesta contro le politiche espansioniste della Cina, che minacciano da tempo la sovranità territoriale di Hanoi e collaborato alla rete di informazione promossa dai Redentoristi vietnamiti. 

Il suo arresto risale al 5 agosto 2011; il 9 gennaio 2013 è stato condannato dal tribunale della provincia di Nghê An, assieme ad altre 14 persone, a cinque anni di prigione e tre, in aggiunta, ai domiciliari. 

Di contro, la liberazione della signora Dang Ngoc Minh è coincisa con la scadenza dei tre anni di custodia in carcere inflitti dal giudice al momento della sentenza; anche lei, insieme a due figli, era parte del gruppo di 14 persone condannate nel gennaio dello scorso anno. La figlia Nguyên Dang Minh Mân è stata condannata a otto anni di carcere e tre di domiciliari; verdetto lieve, di contro, per il figlio maschio Nguyên Dang Vinh Phuc, che ha goduto della sospensione della pena. 

La maggior parte dei cristiani fermati erano attivisti, impegnati da tempo in iniziative di carattere religioso e sociale, nella maggior parte dei casi in contesti parrocchiali o diocesani. Alcuni di loro, per puro spirito patriottico, avevano partecipato in passato a manifestazioni anti-cinesi e nazionaliste. 

Da tempo in Vietnam è in atto una campagna durissima del governo contro dissidenti, blogger, leader religiosi (fra cui buddisti), attivisti cattolici o intere comunità come successo lo scorso anno nella diocesi di Vinh, dove media e governo hanno promosso una campagna diffamatoria e attacchi mirati contro vescovo e fedeli. La repressione colpisce anche singoli individui, colpevoli di rivendicare il diritto alla libertà religiosa e al rispetto dei diritti civili dei cittadini. Solo nel 2013, Hanoi ha arrestato decine di attivisti per crimini "contro lo Stato", in base a una norma che gruppi pro diritti umani bollano come "generiche" e "vaghe".