Kashmir, si placa lo scontro a fuoco tra Pakistan e India
Nove giorni di esplosioni hanno causato 8 morti e quasi 90 feriti. Oltre 32mila persone hanno abbandonato le loro case. Ministro indiano della Difesa: "Se non vi fermate, renderemo questa disavventura insostenibile".

Srinagar (AsiaNews/Agenzie) - Dopo nove giorni di pesanti scontri a fuoco, 8 morti e quasi 90 feriti, questa notte è finalmente cessata (o quasi) la violenza tra Pakistan e India nella regione del Kashmir. Le ultime esplosioni - da parte di Islamabad - sono avvenute ieri sera tra le 20 e le 20:20 (ora locale) nel settore di Hiranagar (distretto Kathua, confine internazionale). Non ci sono state ulteriori vittime.

Oltre ai civili deceduti o rimasti feriti, oltre 32mila persone - dal lato indiano - hanno abbandonato le loro case, lasciando deserti 113 paesini del confine internazionale, lungo 200 chilometri.

Il Pakistan ha fermato il fuoco dopo che la Border Security Force (Bsf, indiana) ha risposto all'aggressione. Per il momento New Delhi continua a rifiutare colloqui con Islamabad. Arun Jaitley, ministro della Difesa, ha messo in guardia il Pakistan dalle violazioni del cessate-il-fuoco compiute dalle sue truppe, dicendo che l'India "renderà questa disavventura insostenibile".

I ranger pakistani hanno aggredito la popolazione civile del lato indiano meno di 24 ore dopo l'incontro tra il Primo ministro di Delhi Narendra Modi e il presidente Usa Barack Obama. A Washington i due leader hanno deciso di "unire i propri sforzi per smantellare i rifugi sicuri di reti terroristiche e criminali come Lashkar-e-Toiba [pakistana, ndr], al-Qaeda e Haqqani".