Narendra Modi in Sri Lanka: crisi della pesca, visti e sostegno ai tamil
di Melani Manel Perera
Il Primo ministro indiano è alla sua ultima tappa del tour nelle isole dell'Asia meridionale. AsiaNews intervista Herman Kumara, noto attivista per i diritti dei pescatori. La visita è un "ottimo segno di rafforzamento dei rapporti", ma Colombo deve imparare a dialogare con i suoi cittadini.

Colombo (AsiaNews) - Narendra Modi, Primo ministro dell'India, è atterrato in Sri Lanka questa mattina per l'ultima tappa del suo tour nell'Oceano Indiano. Ad accoglierlo all'aeroporto internazionale di Bandaranaike c'era la sua controparte Ranil Wicramasinghe. Insieme al presidente srilankese Maithripala Sirisena, Modi discuterà di alcune questioni importanti per Colombo: sicurezza, investimenti, riabilitazione e reinsediamento dei tamil e piena attuazione del 13mo emendamento. Per il momento, New Delhi e Colombo hanno già firmato quattro accordi bilaterali su visti in ingresso, dogane, sviluppo dei giovani e costruzione di un memoriale per Rabindranath Tagore. Modi, primo premier indiano a visitare lo Sri Lanka in 28 anni, ha annunciato anche un accordo di swap da 1,5 miliardi di dollari tra Reserve Bank of India e Central Bank of Sri Lanka, per aiutare a mantenere stabile la rupia srilankese. Infine, New Delhi si è detta pronta a sostenere Trincomalee nel diventare un hub per il petrolio e a fornire una linea di credito di 318 milioni di dollari per lo sviluppo del settore ferroviario. Intanto, lo Sri Lanka rilascerà 86 pescatori indiani, nell'ambito della decennale crisi della pesca, fatta di continui sconfinamenti dei pescatori di entrambe le parti e del sistematico arresto da parte del Paese "invaso". Infine, ripartirà il servizio di traghetti tra Rameswaram in India e Talaimannar in Sri Lanka, interrotti durante la trentennale guerra civile. In occasione del viaggio di Modi, AsiaNews ha intervistato Herman Kumara, invitato speciale al World Forum for Fisher People (Wffp) e presidente nazionale del National Fisheries Solidarity Movement (Nafso).

Che valore ha la visita del Primo ministro indiano Narendra Modi in Sri Lanka?

È una visita importante. Durante il precedente regime siamo stati emarginati persino nell'Asia meridionale, perché ci siamo avvicinati alla Cina in molti modi. L'India non è stata felice di questo, quindi sia il viaggio del presidente dello Sri Lanka in India che quello ora in corso da noi sono ottimi segni di rafforzamento dei rapporti.

Tuttavia, il nostro timore è che alcune questioni - accordi economici, la crisi della pesca, la questione del popolo Sampur - possano peggiorare, a meno che il governo dello Sri Lanka non intrattenga prima dei dialoghi con i suoi cittadini.

Ci sono in atto iniziative particolari per incontrare Modi o inviargli qualche appello riguardo la questione delle acque territoriali e della pesca?

Come Nafso non vogliamo incontrarlo. Tuttavia la Northern Province Fisher People's Unity, una nostra organizzazione nel nord del Paese, consegnerà al premier indiano un memorandum. Al contempo, anche i nostri pescatori di Jaffna presenteranno una petizione riguardante la questione delle terre e dei pescherecci indiani.

La sua organizzazione ha in programma qualche iniziativa per mostrare a Modi la situazione che stanno vivendo i pescatori srilankesi nel nordest?

Domani a Jaffna ci sarà una manifestazione per sottolineare la misera situazione dei campi di sfollati interni (Internally Displaced People, Idp). Vi parteciperà la sezione locale della Northern Province Fisher People's Unity.

Cosa vi aspettate dal Primo ministro indiano, soprattutto per quanto riguarda i pescatori colpiti dal conflitto?

I pescatori vittime della guerra civile vogliono tornare a lavorare e riprendere in mano le loro vite. Per fare questo, hanno bisogno di reinsediarsi nei loro luoghi d'origine. Per questo, sperano che Modi sollevi domande riguardo tali questioni e trovi una soluzione amichevole per risolvere del dispute con i pescatori indiani.