Alluvioni in Myanmar: 46 morti e 200mila sfollati
Il governo ha dichiarato lo stato d’emergenza in quattro regioni, alcune irraggiungibili dai soccorsi. A causa della mancanza di comunicazioni e infrastrutture, l’entità del disastro potrebbe essere peggiore. Colpiti anche Pakistan, Vietnam e Nepal.

Yangoon (AsiaNews) – Sono morte “46 persone e più di 200mila sfollati sono stati colpiti dalle inondazioni causate dalle forti piogge che si sono abbattute sul Myanmar in questi giorni”. Lo afferma un membro del Relief and Resettlement Department dello Stato del sud-est asiatico. La mancanza di comunicazioni e infrastrutture potrebbe nascondere la vera entità dell’emergenza causata dai monsoni.

Le autorità hanno dichiarato lo stato d’emergenza per le quattro regioni centrali del Paese, le più colpite. “Non ci sono stati avvertimenti…pensavamo fosse una normale [alluvione stagionale]”, dice una fonte dell’Agence France-Presse.

Nella capitale del Chin, Haka, le frane hanno distrutto 700 case; 5mila persone si sono accapate in zone di fortuna. Il presidente Thein Sein ha dichiarato che il governo farà “tutto il possibile” per portare soccorso, anche se parte del Chin “è isolata dalle regioni circostanti”.

Nello Stato del Rakhine, dove vive la maggior parte dei musulmani Rohingya, si contano almeno 140mila sfollati che vivono in rifugi improvvisati lungo la costa e, a chi è permesso, in templi buddhisti.

Le piogge sono iniziate lo scorso 16 luglio con una furia inconsueta. Terreni agricoli, strade, ferrovie, ponti e case sono andati distrutti nei temporali, che stanno provocando anche frane e smottamenti.

Si registrano inondazioni anche in altri Paesi asiatici. In Pakistan le piogge hanno causato 109 morti e 700mila persone sono state colpite dalle alluvioni; 36 persone sono morte in Nepal a causa delle frane. In Vietnam le vittime sono 17, incluse due famiglie inghiottite da un fiume di fango tossico.