Kathmandu (AsiaNews) – Per fronteggiare l’emergenza provocata dalla mancanza di carburante, il governo nepalese ha iniziato la vendita delle riserve di legna da ardere. File chilometriche si sono subito create ad ogni punto vendita, formate da migliaia di persone affamate che da giorni mangiano solo cibo crudo. La situazione è stata generata dall’embargo non ufficiale che l’India sta imponendo da quasi due mesi al Nepal, bloccando i camion di rifornimenti al confine. Le forniture di gas e carburante sono calate di oltre il 90%.
Kalpana, una donna di Kathmandu, ha fatto la fila vicino al tempio di Pashupatinath. Racconta ad AsiaNews: “Sono venuta qui sapendo che il governo ha annunciato di vendere legna da ardere. Mi sono messa in fila alle cinque di mattina ma il mio turno è arrivato solo dopo 14 ore”. “Non abbiamo né gas né carburante – aggiunge – con cui cucinare. Abbiamo passato molti giorni ad acqua e riso battuto. I bambini sono a casa e aspettano affamati che portiamo un po’ di legna per cucinare e sfamarli. Non sappiamo per quanto tempo dovremo affrontare questa situazione. Preghiamo e speriamo per una soluzione veloce del problema”.
La situazione rimane critica in tutto il Paese. Le attività della vita quotidiana sono impedite. Sitaram Maharjan, un uomo in fila per comprare legna, afferma: “Dimenticatevi di servizi sanitari, educazione scolastica, lavoro o altro. Siamo in fila per la sopravvivenza, per mangiare un paio di volte. Qui – aggiunge – il denaro non serve: abbiamo denaro ma non c’è benzina [da comprare]”.
L’organismo governativo responsabile della vendita di legna è la Nepal Timber Corporation (Ntc). Dipak Rija, un funzionario, dice: “Stiamo facendo questo sotto direttiva del governo. Stiamo vendendo le prime riserve che abbiamo nel Paese. Abbiamo fatto arrivare questa legna da vari distretti del Nepal. Quando le riserve finiranno – spiega – taglieremo alberi vecchi e morti fin quando non soddisferemo la richiesta. Al momento stiamo vendendo a 15 rupie (0,13 euro) al chilo”.
Alcuni ambientalisti pensano che uno sfruttamento delle foreste possa causare danni climatici irreparabili. Secondo Haribhakta Shrestha, “questa grave mancanza di carburante non può significare un abbattimento incontrollato di alberi. Ci appelliamo al governo e alle autorità perché stiano attenti alle conseguenza future del danneggiamento delle foreste”.
Il governo nepalese, insieme alle Nazioni Unite, ha chiesto all’India di riconoscere a Kathmandu il diritto di libero traporto delle merci. Khadga Prasad Sharma Oli, primo ministro nepalese, ha dichiarato che “l’India deve essere sensibile verso le antiche relazioni col Nepal e deve agire per evitare ulteriori deterioramenti dei rapporti. Il governo è pronto a importare carburante da Paesi alternativi all’India. Ma il governo non lascerà nulla di intentato per migliorare la situazione paralizzata dall’embargo non ufficiale al sud”.