Fenomeni climatici “mai registrati prima” mettono in ginocchio agricoltori e pescatori che vivono nel sud del Vietnam. El Niño e le dighe costruite dalla Cina hanno fatto abbassare troppo il livello delle acque del fiume. Il mare ha preso terreno e il tasso di salinità impedisce di coltivare i campi. Esperti ambientali: “Pechino ignora il nostro grido d’aiuto”.
Cần Thơ (AsiaNews) – Circa 10 milioni persone che vivono sul delta del fiume Mekong, all’estremo sud del Vietnam, sono messe in ginocchio da eventi climatici mai registrati negli ultimi 100 anni. Gli effetti del fenomeno climatico El Niño, uniti al blocco delle acque causato dalle dighe cinesi nella parte settentrionale del fiume, hanno provocato una grave siccità e innalzato il tasso di salinità nel terreno, arrivato a livelli mai registrati. Con l’abbassamento delle acque del Mekong, infatti, il mare ha guadagnato terreno, rendendo inutilizzabili i campi.
La siccità ha distrutto 40mila ettari di risaie e 122mila ettari con alberi da frutto. A febbraio, l’acqua salata si è introdotta fino a diversi chilometri nell’entroterra. Il ministro dell’Agricoltura e dello sviluppo agricolo ha dichiarato: “La salinizzazione è apparsa da due mesi a questa parte come mai era successo prima nella storia del Mekong. L’area di Vàm Cỏ è stata attaccata fino a 90 metri in profondità, causando un aumento del tasso salino in un tratto costiero di 65 km e nel fiume Hậu [o Bassac, effluente del Mekong ndr]”.
Ulteriore preoccupazione destano i progetti idroelettrici portati avanti da Pechino nel tratto settentrionale del fiume, che rischiano di ridurre ancor di più le acque che raggiungono il delta. La settimana scorsa, l’Istituto di studi sul cambiamento climatico dell’Università di Cần Thơ ha organizzato una conferenza internazionale sull’impatto delle dighe sull’ecosistema del Mekong: “Non possiamo prevedere in che misura i progetti idroelettrici causeranno un abbassamento del livello dell’acqua – hanno detto gli esperti –. Quello che sappiamo è che le tonnellate annue d’acqua alluvionale che scendono nel delta sono passate da 26 a sette”.
La Cina ha in cantiere la costruzione di 11 nuove dighe sul Mekong, da completare nei prossimi mesi. Nguyen Ngoc Tran, ricercatore e studioso, ha detto: “I lavori hanno già causato frane e hanno messo a rischio l’equilibrio ambientale, a danno dei contadini e dei pescatori vietnamiti che vivono sul delta. Quest’anno, i progetti hanno comportato una perdita di 5mila miliardi di đồng (circa 230 milioni di dollari) di introiti provenienti dall’agricoltura”.
“Il corso alto del fiume – hanno detto altri esperti intervenuti alla conferenza – contiene grandi quantità d’acqua. Le autorità cinesi dovrebbero lasciare che queste fluiscano dai bacini delle dighe giù fino al delta del Mekong. Ma fino ad ora, Pechino non ha ascoltato il grido d’aiuto di un piccolo Paese. Il piccolo Vietnam è destinato alla stessa sorte delle altre deboli nazioni della regione”.