Musulmani indonesiani: L’islam non deve portare guerra

Il Nahdlatul Ulama (Nu), il maggiore movimento moderato del Paese, ha condannato i recenti attentati compiuti nel mese di Ramadan. Ieri un kamikaze si è fatto esplodere nella città natale del presidente Joko Widodo. Responsabile del Nu: “I leader islamici di tutto il mondo hanno il dovere di combattere il radicalismo”.

 


Jakarta (AsiaNews/Agenzie) – Ogni attacco terroristico “che viene commesso a causa di una predicazione violenta non riflette l’islam, che è asrahmatan lil alamin (una benedizione per l’universo)”. Lo ha affermato in un documento ufficiale il Nahdlatul Ulama (Nu), il più grande movimento islamico moderato dell’Indonesia. La condanna è riferita ai recenti attacchi compiuti durante il mese del Ramadan, in particolare quello avvenuto il 4 luglio scorso a Medina e l’azione suicida che ieri ha ferito un poliziotto a Surakarta (Java Centrale).

L’attentato di ieri è stato compiuto da un uomo che si è introdotto in motocicletta vicino ad un quartier generale della polizia e si è fatto esplodere dopo essere stato fermato dagli agenti. Il bilancio è di un ferito (oltre al decesso dell’attentatore). Surakarta si preparava a festeggiare l’Eid al-Fitr (la fine del digiuno islamico) e ad accogliere il presidente Joko Widodo, deciso a passare le feste nella sua città natale.

Said Aqil Siradj, presidente del Comitato centrale del Nu, si è scagliato contro questi attentati compiuti nel mese sacro del Ramadan, affermando che sono contrari ai veri insegnamenti dell’islam, che promuove la pace. Egli ha aggiunto che i leader islamici e gli ulema di tutto il mondo hanno il dovere di lavorare insieme per combattere il radicalismo, che non può essere sconfitto dai singoli.

Il Nu si adopera da anni per diffondere un islam moderato e aperto alla tolleranza religiosa, cercando di contrastare le infiltrazioni e la propaganda di Daesh in Indonesia. Lo scorso 17 gennaio il movimento ha organizzato una manifestazione interreligiosa per dire “no all’estremismo”, a cui hanno partecipato anche la Conferenza episcopale indonesiana (Kwi), le chiese protestanti e l’Alto consiglio confuciano del Paese.

Al Nu ha fatto eco il grande imam della moschea Istiqlal di Jakarta, secondo il quale gli attentatori suicidi non appartengono all’islam. Maometto, spiega Nasaruddin Umar, non ha mai perdonato tali azioni: “Gli attacchi di Medina, in Turchia, in Afghanistan e a Surakarta sono una scorciatoia e non sono giustificati dalla sharia”. L’islam, conclude l’imam, “non insegna mai ai propri seguaci a fare guerra ai civili. La guerra deve essere fatta solo dagli eserciti”.