Patriarca Rai: un governo entro Natale, come regalo per rilanciare il futuro del Paese

Il leader maronita invita le forze politiche a trovare un accordo, come avvenuto per l’elezione del presidente. Il consenso comune e la riconciliazione fra maroniti e sunniti saranno completi “con la formazione di un nuovo esecutivo”. Ma restano le divisioni interne e le lotte di potere. E gli “ostacoli” di “dimensione regionale” che operano per “indebolire” il mandato di Aoun. 

 


Beirut (AsiaNews/Agenzie) - Un invito ai partiti politici libanesi perché trovino un accordo che porti alla formazione del governo entro Natale, come “regalo” all’intera popolazione e per rilanciare il cammino futuro del Paese. È l’auspicio rivolto ieri dal patriarca maronita card Beshara Rai, il quale chiede uno sforzo ulteriore al Parlamento e alla classe politica del Paese, perché dopo il presidente Michel Aoun raggiunga un compromesso per la formazione del nuovo esecutivo. 

In una nota diffusa nel pomeriggio di ieri il porporato ha ricordato che “il Libano ha superato un periodo difficile” con l’elezione del capo di Stato, carica vacante per oltre due anni e mezzo. Ora, aggiunge, “speriamo che il governo venga formato entro Natale, come dono” per tutti. 

Il capo della Chiesa maronita ha ricordato che l’elezione di Aoun è avvenuta attraverso “un accordo che non pensavamo nemmeno di immaginare”; un compromesso che è frutto dell’impegno comune delle Forze libanesi e dei sunniti, e che “ha portato alla nomina del generale”.

Un risultato ottenuto grazie al “consenso nazionale”, alla “riconciliazione fra maroniti” e “alla riconciliazione fra maroniti e sunniti”. Spero che questo processo, ha aggiunto il porporato, “sarà completato con la formazione di un nuovo esecutivo”. 

Nell’ultimo periodo l’elezione di Aoun a capo di Stato e l’incarico all’ex premier Saad Hariri di formare il nuovo governo hanno rilanciato la speranza per il futuro del Paese. Sono molte le sfide che attendono la nuova leadership, da un’economia stagnante ai milioni di rifugiati giunti in questi anni dalla Siria. Problemi gravi e annosi, cui una classe politica spesso moribonda e concentrata su interessi personali non ha saputo finora rispondere in modo adeguato. 

Tuttavia, il processo di formazione potrebbe durare anche mesi, soprattutto per quanto concerne i ruoli chiave di potere come il ministero degli Interni, della Difesa e dell’Energia e delle Finanze, dei Lavori pubblici e e delle Telecomunicazioni.

Il presidente del Parlamento Nabih Berri, che sta portando avanti le trattative a nome dell’Alleanza dell’8 marzo, sostenuta dalle milizie sciite di Hezbollah, mira al controllo della Finanza e dei Lavori pubblici. Egli avverte inoltre che al Movimento Marada - di orientamento cristiano democratico e guidato dal maronita ed ex presidente della Repubblica Suleiman Frangieh - deve essere assegnato un ministero (con portafoglio) chiave. 

Fonti politiche e parlamentari, dietro anonimato, riferiscono inoltre di “ostacoli” che impediscono al premier designato Saad Hariri di formare il governo. Questi ostacoli avrebbero una “dimensione regionale” [leggi gli interessi contrapposti di Iran e Arabia Saudita, ndr] e operano per “indebolire” il lavoro del presidente Michel Aoun in questo primo periodo del suo mandato.