Manifestanti vietnamiti esigono scuse per i maltrattamenti della polizia

Le forze dell’ordine hanno anche sequestrato magliette che portavano impresso lo slogan “No-Formosa”. I maltrattamenti della polizia scatenano l’ira dei locali. Il parroco Dan Huu Nam: “Devono chiedere scusa per il loro comportamento e restituire le magliette”. A un anno dal disastro, lenta e irregolare distribuzione dei risarcimenti


Hanoi (AsiaNews/Rfa) – Circa 1000 manifestanti hanno circondato ieri la stazione di polizia del distretto di Quynh Luu, nella provincia centrale di Nghe An.  I contestatori chiedevano le scuse della polizia per la confisca di 200 t-shirt con slogan di protesta e per aver aggredito i due uomini che trasportavano il materiale.

Le magliette, che la polizia in seguito ha promesso di restituire, portavano impresso lo slogan “No-Formosa”, in un riferimento al gruppo Formosa Plastics di Taiwan. L'anno scorso, una fabbrica di acciaio di proprietà della compagnia nella provincia di Ha Tinh ha causato una fuoriuscita di rifiuti tossici che ha ucciso 115 tonnellate di pesci e lasciato centinaia di migliaia di pescatori senza lavoro in quattro province costiere.

Indignati per i maltrattamenti della polizia verso coloro che trasportavano le magliette, i residenti di Quynh Luu, inclusi molti cattolici, si sono riuniti fuori della sede della polizia distrettuale per chiedere la restituzione. A riferirlo è il parroco Dan Huu Nam.

Sul luogo della protesta, il sacerdote aveva dichiarato: “Noi e la polizia siamo d'accordo su una soluzione. Devono chiedere scusa per il loro comportamento e devono restituire le magliette alla chiesa di Song Ngoc affinché possiamo consegnarle alla gente. Ho detto alle autorità di fronte a tutti che se non risolveranno correttamente questa situazione, continueremo a protestare in modo pacifico per chiedere i nostri diritti”. La protesta si è conclusa senza scontri, e tutti i manifestanti sono tornati alle loro case.

La Società Formosa ha pagato alle autorità 500 milioni di dollari per ripulire e compensare i residenti costieri colpiti dalla fuoriuscita di aprile 2016. Tuttavia, la lenta e irregolare distribuzione dei fondi da parte del governo vietnamita ha suscitato le proteste della popolazione, che a distanza di un anno dal disastro ambientale continua a chiedere giustizia.