Le forze di sicurezza ne hanno impedito un terzo. Almeno 12 le vittime e decine i feriti. L'Isis rivendica gli attacchi. Aveva iniziato da mesi una campagna di propaganda in persiano. La campagna anti-iraniana degli Stati Uniti e dell’Arabia Saudita.
Teheran (AsiaNews/Agenzie) – Due attacchi terroristici hanno colpito questa mattina Teheran a mezz’ora di distanza l’uno dall’altro, al parlamento e al mausoleo dedicato all’ayatollah Khomeini, fondatore della Repubblica islamica. Al momento le vittime sarebbero almeno 12 e decine i feriti. Le forze di sicurezza hanno arrestato un gruppo terrorista che aveva pianificato un terzo attentato. Lo Stato islamico ha già rivendicato l’attacco.
Il primo attacco ha colpito il parlamento ed è stato opera quattro aggressori armati con kalashnikov e pistole, entrati nell’edificio vestiti da donne. Lo scontro è durato per cinque ore ed è terminato con l’uccisione degli attentatori. Le vittime riportate al parlamento sarebbero almeno due, fra cui una guardia. L’aula del parlamento, dove era in corso una sessione, non è stata interessata dalla sparatoria. I lavori sono continuati, con la tivu di Stato che mostrava i lavori dei rappresentanti. Ali Larijani, presidente del parlamentare ha dichiarato che l'attacco era un "problema banale" e che si doveva continuare perchè le forse di sicurezza stavano prendendo le "misure necessarie”.
L’azione al mausoleo dell’ayatollah, a 20km di distanza, è iniziata mezz’ora dopo, quando gli assalitori (tre o quattro) hanno aperto il fuoco, uccidendo il giardiniere e ferendo diverse persone. Una donna e un uomo si sono fatti esplodere con una cintura esplosiva.
Gli attentati avvengono dopo settimane in cui la campagna anti-iraniana degli Stati Uniti e Arabia Saudita, è più accesa che mai e destinata a colpire i Paesi che, come il Qatar, mantengono rapporti sottobanco con Teheran. Questa mattina, prima dell’attentato, il ministro saudita per gli affari esteri Adel Jubeir aveva affermato: “L’Iran deve essere punito per le ingerenze nella regione”.
L’Iran ha una popolazione di 81 milioni, dei quali fra il 5-10% sono musulmani sunniti, soprattutto nelle zone curde e baluchi.
All'inizio della Repubblica islamica nel Psese vi sono stati molti attentati e scontri con i famigerati Mujaheddin - e Qalq. In seguito vi sono stati spesso scontri con gruppi jihadisti lungo il confine con l’Iraq e l’Afghanistan, ma mai nei centri urbani.
Di recente, la propaganda di Daesh (Stato islamico) ha iniziato a espandersi in Iran, cercando di reclutare i cittadini sunniti, disseminando i propri messaggi in lingua persiana. In un primo video a fine marzo dichiarava di voler “conquistare l’Iran e ripristinare la nazione musulmana sunnita che c’era prima”.
Nonostante alcuni analisti sostengano che la campagna abbia poca attrattiva sui sunniti, alcuni rapporti e avvertimenti di funzionari iraniani suggeriscono che dei reclutamenti ci sono stati, in particolare attraverso l’applicazione messaggistica “Telegram”. La settimana scorsa le autorità afghane nella provincia orientale di Nangarhar, dove l’Isis è presente, hanno mostrato il video di un uomo che affermava di essere un iraniano della provincia dell’Azerbaijan occidentale e di essersi unito a Daesh via Telegram.