L’arcivescovo di Manila rilancia la tradizione del suono delle campane alla sera per ricordare i defunti. “Non possiamo promuovere una cultura filippina umana e decente con le uccisioni”. L’appello a pastori e laici per la solidarietà con le vittime e le loro famiglie, in polemica con la campagna di "pulizia" lanciata dal presidente Duterte.
Manila (AsiaNews/Agenzie) – “Non si può governare con le uccisioni”. Lo afferma il card. Luis Antonio Gokim Tagle, arcivescovo di Manila e presidente di Caritas Internationalis. Egli invita i capi delle parrocchie a suonare le campane della chiesa per cinque minuti la sera, a partire dal 14 settembre (festa dell'Esaltazione della Croce), per ricordare e pregare per tutte le vittime della guerra alla droga del presidente Rodrigo Duterte.
“I rintocchi delle campane la sera per ricordare i defunti sono una vecchia tradizione filippina quasi scomparsa. Ora è il momento giusto per rilanciarla”, ha dichiarato il cardinale in una lettera emessa oggi , festa della Natività della Vergine Maria.
Il card. Tagle lancia un appello a pastori e leader laici per intensificare la loro solidarietà con le vittime e le loro famiglie, trovando il tempo per benedire i morti e addolorarsi insieme a coloro che sono rimasti indietro.
“Con dolore e orrore continuiamo a ricevere ogni giorno da tutto il Paese notizie di omicidi. Non possiamo permettere che la distruzione delle vite diventi normale. Non possiamo governare la nazione uccidendo. Non possiamo promuovere una cultura filippina umana e decente con le uccisioni”, conclude Tagle.
Dopo aver vinto la presidenza nel luglio dello scorso anno, il presidente Duterte ha lanciato una guerra ai narcotici illegali senza precedenti, con la promessa di uccidere decine di migliaia di criminali. La Chiesa cattolica è tra le poche voci che denunciano le morti, a dispetto dei sondaggi che rivelano la diffusa popolarità del presidente filippino. In risposta alle critiche sulle uccisioni extragiudiziali, Duterte ha più volte lanciato duri attacchi a vescovi e sacerdoti.
Durante i 14 mesi dell’amministrazione, circa 8mila sospettati consumatori o spacciatori di droga hanno perso la vita durante le operazioni delle forze di sicurezza. La polizia ha confermato l'uccisione di oltre 3.500 persone, insistendo sul fatto di aver agito in autodifesa. Più di 2mila altre persone sono state uccise in crimini di droga e migliaia ancora assassinati in circostanze inspiegabili, secondo i dati della polizia.