Gerusalemme capitale, l'ira e la disillusione dei palestinesi

Annunciati tre giorni di protesta e manifestazioni contro la decisione di Trump. A Gaza le contestazioni sono iniziate già prima dell’annuncio. Disperazione fra i palestinesi: “Abbiamo già perso tutto”.


Gerusalemme (AsiaNews/Agenzie) – Tutte le fazioni palestinesi annunciano tre “giorni di ira” e manifestazioni in tutta la Palestina e non solo, in protesta alle dichiarazioni del presidente americano Donald Trump, che ha riconosciuto Gerusalemme come capitale d’Israele. A Gaza, in centinaia sono scesi in strada per protestare, già ore prima della dichiarazione ufficiale.

In serata, mentre sulle mura antiche della Città vecchia sono state proiettate le bandiere israeliane e americane, le luci della Spianata della moschee si sono spente. Lo stesso è accaduto per le luci dell’albero di Natale, a Betlemme. Proteste sono esplose nella capitale giordana, dove molti palestinesi vivono.

Il presidente dell’Autorità nazionale palestinese afferma che il presidente americano Trump ha abdicato al suo ruolo di mediatore per la pace. Il movimento islamico Hamas dichiara che la decisione di Trump “aprirà le porte dell’inferno”, definendola una “flagrante aggressione” contro i palestinesi, che incoraggia a dirigersi in tutti i punti di scontro con l’occupazione israeliana per far sentire la voce dei palestinesi.

Ma oltre la rabbia, vi è anche molta disillusione. Alcuni palestinesi intervistati da Haaretz commentano con amarezza che la decisione di Trump non cambierà nulla. Uno di loro ha riferito: “Non perderemo davvero nulla, perché abbiamo già perso tutto”. Adnan Reit, attivista di Fatah a Gerusalemme, sottolinea che questo non passerà “in silenzio”, perché “c’è un’intera generazione che aspetta da lungo tempo, e ora hanno distrutto le loro speranze e non hanno niente da perdere”.