Teheran, migliaia di commercianti in piazza contro la crisi economica

Sono le manifestazioni più imponenti dal 2012; fermate tutte le attività del Gran Bazar. Gli imprenditori preoccupati per il crollo della valuta locale nei confronti del dollaro. La polizia ha risposto lanciando gas lacrimogeni, due gli arresti. Il governo pronto a intervenire con agevolazioni e accessi al credito. 

 


Teheran (AsiaNews/Agenzie) - Migliaia di commercianti del Gran Bazar di Teheran hanno promosso ieri pomeriggio una protesta massiccia contro l’aumento dei prezzi, il crollo della valuta locale e i rischi di un collasso dell’economia nazionale. I dimostranti hanno chiuso i negozi e interrotto le attività, riversandosi per le strade e intonando slogan di protesta lungo le principali vie del centro della capitale. 

La polizia ha lanciato gas lacrimogeni sulla folla per disperdere le manifestazioni, dirette verso il palazzo in cui ha sede il Parlamento; in risposta, i dimostranti hanno lanciato sassi e intonato slogan pieni di critiche ai politici. Fonti locali parlano di almeno due arresti. 

Si tratta delle manifestazioni anti-governative più imponenti dal 2012, quando le sanzioni per il programma nucleare degli ayatollah avevano quasi messo in ginocchio l’economia del Paese. L’accordo raggiunto nel 2015 con la comunità internazionale (il Jcpoa) aveva rilanciato le esportazioni, in particolare nel settore del petrolio; tuttavia, la decisione del presidente Usa Donald Trump di cancellarlo e introdurre al contempo le sanzioni più dure della storia contro Teheran ha fatto precipitare di nuovo la situazione. 

Fra le prime conseguenze la crisi della valuta locale, con il dollaro che sta per sfondare il tetto dei 90mila rials; nei giorni precedenti l’annuncio della Casa Bianca ai primi di maggio il rapporto era di uno a 65mila, mentre a fine 2017 era fissato a poco più di 42mila rials. 

Abdollah Esfiandari, uno dei più alti dirigenti del mercato centrale di Teheran, sottolinea che le richieste dei commercianti “sono legittime. Essi chiedono che la situazione della valuta straniera sia chiarita una volta per tutte”. Le proteste sono contro “l’alto tasso di cambio, la fluttuazione delle valute estere… i beni bloccati alle dogane e la mancanza di criteri chiave sui dazi”. 

Gli fa eco Ahmad Karimi Isfahani, segretario generale della associazione dei commercianti, il quale riferisce che i negozianti hanno riaperto le attività ma questo non significa che le loro richieste siano state soddisfatte. “Gli imprenditori - aggiunge - vogliono mantenere la sicurezza nell’area del bazar” e la speranza è quella di un ritorno a breve alla stabilità economica. 

Il ministro iraniano dell’Informazione e della comunicazione Mohammad Javad Azari-Jahromi ha affermato che i commercianti sono tornati al lavoro dopo aver ricevuto ampie rassicurazioni di un aiuto da parte del governo. Fra i primi provvedimenti allo studio dell’esecutivo agevolazioni per l’accesso al credito nel settore delle importazioni.