Strage di Dhaka: incriminati otto terroristi islamici
di Sumon Corraya

La polizia presenta i risultati di due anni d’indagini. In totale, almeno 21 persone coinvolte nel più sanguinario attacco della storia recente del Paese. Gli indagati sono membri del Nuovo Jama’atul Mujahideen Bangladesh; due di loro sono in fuga. Capo della polizia: “I militanti volevano fare pressione sul governo”.


Dhaka (AsiaNews) – La polizia del Bangladesh ha incriminato in maniera formale otto terroristi islamici ritenuti responsabili dell’attentato al bar per stranieri di Dhaka del primo luglio 2016. Ne ha dato la notizia ieri Monirul Islam, capo dell’unità anti-terrorismo e di contrasto al crimine transnazionale del Bangladesh (Cttc), presentando in conferenza stampa i risultati di due anni d’indagini e interrogatori.

In molti esprimono soddisfazione per l’operato degli inquirenti. Ad AsiaNews Liton Gomes, giovane cattolico, afferma: “Sono contento che la polizia abbia portato a termine il caso con rapidità. Questo è un buon esempio per il nostro Paese e aiuterà a proteggerlo dalle attività dei fondamentalisti islamici”.

L’attacco compiuto all’Holey Artisan Bakery Cafè della capitale, locale di ritrovo di numerosi stranieri e persone d’affari che risiedono nel quartiere di Gulshan, sede di diverse ambasciate, è stato il più sanguinario della storia recente del Paese asiatico. La sera del primo luglio 2016, armati di fucili e altre armi, cinque militanti islamici hanno fatto irruzione nel bar e preso in ostaggio i clienti. Coloro che sapevano recitare i versetti del Corano a memoria, sono stati lasciati andare; gli altri, assassinati senza esitazione. Per tutta la notte gli attentatori hanno ingaggiato uno scontro a fuoco con i reparti speciali della polizia. Alla fine dell’assedio durato 12 ore, si sono contate 20 vittime, tra cui 17 stranieri; di questi, nove erano italiani. Ai morti si aggiungono i terroristi esecutori materiali dell’attacco, tutti rampolli di famiglie benestanti.

Monirul Islam ha dichiarato che 21 persone sono ritenute colpevoli della strage: i cinque militanti uccisi nel blitz della polizia; otto terroristi assassinati nei mesi successivi quando è scattata una vera caccia all’uomo, compreso colui che è considerato “la mente” dell’attentato; gli otto musulmani radicali contro cui sono state presentate le accuse formali.

Il capo dell’unità anti-terrorismo ha diffuso i nomi degli otto indagati membri del Nuovo Jama’atul Mujahideen Bangladesh. Essi sono: Rakibul Islam Regan, Hadisur Rahman Sagor, Jahangir Hossain Rajeeb alias Rajeeb Gandhi, Aslam Hossain Rashed alias Rash, Abdus Sabur Khan alias Sohel Mahfuj, Mizanur Rahman alias Baro Mizan, Mamunur Rashid alias Ripon e Shariful Islam Khaled, ex studente della facoltà d’inglese alla Rajshahi University. “I primi sei – ha aggiunto il poliziotto – sono in carcere, mentre gli ultimi due in fuga. [Per i fuggitivi] chiederemo il mandato d’arresto”.

Il funzionario ha fornito ulteriori dettagli sui risultati dell’inchiesta: i terroristi preparavano l’attacco da almeno cinque mesi e i soldi necessari per compierlo – circa 2 milioni di taka (20.400 euro) – sarebbero arrivati da un Paese del Medio Oriente. “Gli attentatori – ha concluso – volevano far fallire la nazione e creare una situazione d’instabilità. Volevano fare [del Bangladesh] un Paese fondamentalista. Volevano fare pressione sul governo”.