Dhaka, giovani manifestanti e giornalisti colpiti da gruppi filo-governativi. Arrestato un fotografo
di Sumon Corraya

Aveva scattato foto agli studenti attaccati durante le manifestazioni. È accusato di aver “diffuso il panico” con menzogne. Leader del partito al governo respinge le accuse. Centinaia di studenti e insegnanti vogliono l’interruzione delle proteste.


Dhaka (AsiaNews) – Da otto giorni la capitale è paralizzata dalle proteste di migliaia di studenti, scoppiate dopo la morte di due giovani in un incidente stradale. Le forze e i sostenitori del governo hanno cercato di reprimere le manifestazioni, colpendo anche alcuni giornalisti giunti sul luogo.

Secondo i reporter colpiti – almeno 10, fra cui una donna – ad attaccarli sono stati dei giovani del gruppo Chatra League, un’organizzazione studentesca del partito al governo. Il gruppo si è scagliato contro i giornalisti e quanti stavano registrando le proteste nell’area Dhanmondi di Dhaka, dove si erano recati armati per fermare gli studenti. Rahat Karim, un fotografo freelance, lamenta di essere stato colpito con durezza mentre stava “solo facendo foto”.

La notte del 5 agosto, il fotografo Shahidul Alam (v. foto 2) è stato arrestato aver criticato la risposta del governo alle proteste degli studenti. Alam, quattro volte membro della giuria del World Press Photo, ha scattato diverse immagini in cui si possono vedere giovani armati che si scagliano contro i manifestanti. Egli ha anche criticato il governo per le strade insicure. Ieri, la polizia ha richiesto alla corte una custodia cautelare di 10 giorni. L’organo giudiziario ne ha concessi sette. Il fotografo è accusato di aver diffuso “paura e panico” su internet, usando “bugie fantasiose e provocatrici”. In tutto, 45 persone sono state accusate per “notizie false” sulle proteste studentesche. La polizia ne ha arrestate tre.

Obaidal Qader, segretario generale del Awami League, ieri ha respinto le accuse contro il gruppo studentesco legato al partito, chiedendo ai giornalisti di fornire prove del coinvolgimento dei suoi membri. Secondo Qader, ad attaccare reporter e studenti sono stati dei gruppi esterni.

Ieri, 450 studenti e insegnanti si sono riuniti e hanno deciso di interrompere le proteste, durante le quali diverse persone sono rimaste ferite. La polizia si è rivolta contro i manifestanti con pallottole di gomma e gas lacrimogeni.

Rema Gomes, studentessa cattolica, commenta che è tempo di tornare a casa e permettere al governo di agire contro l’insicurezza stradale. La giovane afferma di aver imparato dalla scuola missionaria a non fare gesti che potrebbero provocare dolore ad altre persone.

Da parte sua, ieri il governo ha dato l’approvazione finale a un massimo di cinque anni di prigione per le morti stradali accidentali. La scelta ha scatenato reazioni contrastanti nella popolazione, fra quanti si dichiarano soddisfatti e chi pensa debbano essere applicate pene più severe. Le autorità avrebbero inoltre promesso di introdurre la pena di morte per le morti stradali “deliberate”, nel tentativo di impedire ulteriori manifestazioni.