Rohingya, Aung San Suu Kyi terrà il suo Nobel malgrado le accuse dell’Onu

Il segretario del Comitato per il premio: “La Signora lo ha vinto in virtù della sua lotta per la democrazia e la libertà fino al 1991”. Tra il 1989 e il 2010, la leader birmana, ora 73enne, ha trascorso circa 16 anni agli arresti domiciliari sotto il regime militare. Dal 2015 è alla guida del Paese, sebbene con poteri limitati.


Stavanger (AsiaNews/Agenzie) – Il Nobel per la Pace consegnato ad Aung San Su Kyi nel 1991 “non sarà ritirato”. È quanto annuncia Olav Njoelstad, segretario del Comitato per il Premio, nonostante le accuse rivolte alla leader democratica dalla missione d’inchiesta delle Nazioni Unite (Onu) sulle violenze contro i Rohingya nello Stato di Rakhine.

Pubblicato tre giorni fa, il rapporto finale degli esperti Onu denuncia le responsabilità dei vertici militari, che hanno agito con “intenti di genocidio”. Il documento critica tuttavia anche l’operato del governo civile, guidato dalla Signora. Pur riconoscendo il “limitato controllo” che la leader della National league for Democracy (Nld) può esercitare sulle forze armate, gli esperti accusano l’esecutivo di “aver permesso ai discorsi d’odio di prosperare”; di “aver distrutto prove e documenti”; di “non aver protetto le minoranze dai crimini di guerra e da quelli contro l'umanità”, commessi dal Tatmadaw (l’esercito birmano) in Rakhine, ma anche negli Stati di Kachin e Shan.

Sin dallo scoppio delle ultime violenze settarie in Rakhine, la comunità internazionale ha esercitato forti pressioni su Aung San Suu Kyi per la condanna della campagna militare dell'esercito, arrivando anche a chiedere la revoca del premio Nobel. I Paesi islamici e diverse potenze occidentali hanno criticato la leader democratica per i suoi “silenzi”, carenza di leadership morale e compassione. La Signora ha negato ogni accusa e ribadito il suo impegno per la riconciliazione nazionale.

“È importante ricordare – ha affermato ieri Njoelstad –  che un premio Nobel, sia esso in Fisica, Letteratura o per la Pace, viene assegnato per sforzi o raggiungimenti meritevoli profusi nel passato.  Aung San Suu Kyi ha vinto il premio Nobel per la Pace in virtù della sua lotta per la democrazia e la libertà fino al 1991, anno in cui è stata insignita del riconoscimento".

Tra il 1989 e il 2010, la leader birmana, ora 73enne, ha trascorso circa 16 anni agli arresti domiciliari sotto il regime militare. Nel 2015, il suo partito ha conseguito una vittoria elettorale schiacciante ed ha assunto la guida del Paese, nonostante la Costituzione le impedisca di assumere pieni poteri in materia di sicurezza.