Afghanistan, i talebani ‘possono partecipare’ alle elezioni presidenziali

L’appuntamento elettorale è fissato per il 28 settembre. Rivelati in nomi di 18 candidati, tra cui l’attuale presidente Ashraf Ghani. Nelle stesse ore in cui Kabul annunciava l’apertura ai fondamentalisti, tre città erano devastate da nuove esplosioni. Nel 2018, oltre 3mila vittime di cui quasi 1.000 bambini.


Kabul (AsiaNews/Agenzie) – I talebani possono partecipare alle elezioni presidenziali se accettano di sedersi al tavolo di pace con il governo di Kabul e far cessare la guerra che dura da 18 anni. Lo ha detto il portavoce di Abdullah Abdullah, Chief executive officer della Repubblica islamica, sottolineando che “le porte sono aperte in qualunque momento essi vogliano venire per discutere con un governo afghano e prendere parte al palcoscenico democratico e nazionale”.

Le elezioni per scegliere il nuovo presidente si terranno il 28 settembre. La campagna elettorale inizierà in via ufficiale tra due giorni e al momento ci sono già 18 candidati (tutti uomini), tra cui l’attuale capo dello Stato Ashraf Ghani e un ex signore della guerra. Da tempo i talebani vorrebbero avere posizioni di governo, ma rifiutano di presentarsi al tavolo delle trattative con il governo afghano, che considerano un “fantoccio” nelle mani di Washington che ne tira i fili.

Per questi motivi l’intesa raggiunta a Doha, in Qatar, tra rappresentanti del governo, attivisti e donne da una parte e membri dei gruppi militanti dall’altra, sembrava delineare un punto di volta. Ma gli episodi di violenza avvenuti nei giorni successivi suggerivano il naufragio della storica intesa, che stabiliva una “road map per la pace” con l’obiettivo di “zero vittime civili”.

Nel frattempo, nelle stesse ore in cui il governo afghano annunciava l’apertura nei confronti dei talebani, in tre città del Paese scoppiavano altre bombe, provocando in totale oltre 50 morti, di cui 10 nella capitale. Dopo la carneficina, i governi di Stati Uniti e Afghanistan hanno rilasciato una dichiarazione congiunta ribadendo l’impegno ad accelerare gli sforzi diplomatici per arginare lo spargimento di sangue. Il presidente Ghani e il segretario di Stato americano Mike Pompeo concordano che “è giunta l’ora di accelerare gli sforzi per raggiungere la fine negoziata della guerra in Afghanistan”.

Secondo le Nazioni Unite, nel 2018 gli scontri hanno provocato 3.804 vittime tra la popolazione. Di queste, almeno 927 erano bambini, vite innocenti sacrificate sull’altare della guerra.