Madri degli scomparsi nella guerra civile: Gotabaya Rajapaksa non deve essere presidente
di Melani Manel Perera

L’uomo è il candidato dello Sri Lanka People’s Front. Era segretario della Difesa durante il regime del fratello Mahinda e ha sconfitto i ribelli delle Tigri Tamil. I sostenitori lo considerano un “eroe di guerra”. Donne tamil e singalesi: “Se salirà al potere, inizierà un nuovo periodo di violenza, rapimenti e uccisioni”.


Colombo (AsiaNews) – Gotabaya Rajapaksa, fratello dell’ex dittatore Mahinda Rajapaksa e segretario della Difesa durante la guerra civile, non deve essere il presidente dello Sri Lanka. È quanto chiedono le madri tamil e singalesi delle persone scomparse durante il conflitto, alla notizia che l’uomo è candidato alle prossime elezioni presidenziali di dicembre.

Gotabaya è considerato l’“uomo forte” dello Sri Lanka, avendo sconfitto i ribelli delle Tigri Tamil nel 2009 e ripristinato la pace nel Paese. La sua candidatura a volto politico dello Sri Lanka Podujana Peramuna [“Sri Lanka People’s Front” nella denominazione inglese, ndr] sta suscitando preoccupazione e ammirazione al tempo stesso. Secondo i parenti di decine di giovani spariti nel nulla, “se egli dovesse salire al potere, inizierà un nuovo periodo di violenza, rapimenti e uccisioni”.

Per questo le madri lanciano un appello affinchè la popolazione “non faccia campagna e non voti per un criminale che vuole diventare presidente. Non sappiamo chi verrà candidato negli altri partiti politici. Chiunque esso sia, non ci piace il fatto che questo criminale possa guidare il Paese. Pur in assenza di un simile potere, quando egli è stato segretario della Difesa ha commesso enormi atrocità, violenze e omicidi. Come è possibile che una persona simile possa essere il presidente di un Paese?”.

Tra le donne che da anni implorano di conoscere la verità sui propri figli vi è Jenifer Weerasinghe, madre di Dilan scomparso nel 2008 mentre si recava a fare visita ad un amico. In un post su Facebook, ella scrive: “In questo Paese la giustizia ha fallito. Abbiamo perso i nostri bambini. Ci rimane solo la speranza che un giorno i colpevoli si troveranno di fronte alla collera della natura. I miei occhi piangono lacrime che non possono essere asciugate. Attendo che venga fatta giustizia. Osserviamo in silenzio la sceneggiata di questi politici che si alleano con i colpevoli coperti dal manto di eroi di guerra. Li guardiamo con il cuore pesante. Essi continuano a vivere con la gioia dei propri figli. Le persone sono accecate dal patriottismo e rifiutano di riconoscere i crimini compiuti da essi, continuando a lodarli come eroi di guerra”.

Secondo Jenifer, “tutte queste persone tentano di utilizzare il nostro dolore a proprio vantaggio. Solo pochi, con grande difficoltà e minacce, hanno lottato per fare giustizia. Ogni giorno da 10 anni madri e padri piangono in silenzio nel proprio cuore, con un dolore difficile da sopportare. Guardiamo tutto ciò che sta avvenendo con l'agonia nel cuore. Anche se non esiste legge che punisca questi criminali, noi continuiamo a guardare, fino a che la natura e il karma non faranno il proprio corso”.