Sacerdote avvocato guida il processo per le vittime di Pasqua: Hanno diritto alla giustizia
di Melani Manel Perera

L’iniziativa di p. Ashok Stephen ha il sostegno del card. Malcolm Ranjith, arcivescovo di Colombo. L’obiettivo del caso è “costringere il governo a prendersi cura del popolo e proteggere cittadini innocenti”.


Colombo (AsiaNews) – Le vittime degli attentati alle chiese e agli hotel nella domenica di Pasqua hanno diritto ad avere giustizia, e al tempo stesso tutti i cittadini hanno diritto a vivere in pace nel Paese. Sono i motivi che hanno spinto p. Ashok Stephen, avvocato ed ex direttore del Centre for Religion and Society (Csr), a chiedere l’apertura di un processo sulle stragi dello scorso 21 aprile in Sri Lanka.

Ad AsiaNews egli racconta che l’iniziativa nasce dagli sforzi di diversi professionisti: “Oltre a me, ci sono p. Sarath Iddamalgoda, Sherard Jayawardhana e Saliya Peiris, capo dell’Ufficio per le persone scomparse, e la Bar Association of Sri Lanka. Ci sostiene anche il card. Malcolm Ranjith, arcivescovo di Colombo. Siamo contenti perché il tribunale ha già ascoltato le parti e speriamo che a breve emetta un giudizio. Siamo ansiosi di conoscere il parere dei giudici. Come noi, anche le vittime della tragedia attendono con ansia”.

L’obiettivo del caso, dice p. Ashok, “è costringere il governo, tramite una sentenza giuridica, all’obbligo di prendersi cura del popolo e a proteggere le persone innocenti che non hanno giustizia perché non possiedono i mezzi legali per fa valere i propri diritti”.

Gli attacchi dello scorso 21 aprile sottolinea, “sono avvenuti nel momento in cui le persone si trovavano a pregare in un luogo di culto. I terroristi hanno violato il diritto alla preghiera e alla vita. Né il governo, né l’opposizione, né il presidente, né i funzionari della sicurezza si sono assunti le proprie responsabilità”.

Il diritto alla vita, protesta l’esperto, “così come stabilito dalla Costituzione, non è stato salvaguardato. Le persone vivono in una terribile condizione di pericolo. Questo è già avvenuto in passato con i due regimi di Premadasa e Rajapaksa”.

Alle soglie delle elezioni presidenziali del 16 novembre, sostiene, “siamo a un punto di svolta. Qualunque sia il prossimo governo, esso deve essere composto da persone adeguate a capo di mansioni appropriate, che si occupino davvero della sicurezza nazionale del Paese. Al contrario di ciò che hanno fatto l’ex segretario della Difesa e il capo della polizia [entrambi arrestati dopo le stragi, ndr], che non hanno compiuto il proprio dovere. Tra l’altro essi sono funzionari pubblici pagati con soldi pubblici”.

Per ricompensare coloro che hanno perso la vita, un familiare o le proprietà durante gli attacchi, il governo di Colombo ha creato un Ufficio per i risarcimenti. Il Tesoro ha stanziato un milione di rupie [poco più di 5mila euro] per ogni vittima, ferito o perdita economica. Secondo i dati più aggiornati [a giugno 2019], sono stati erogati 283,3 milioni. In totale, le vittime sono 263, mentre i feriti oltre 600.