Hong Kong alla 20ma settimana di proteste. Idranti con acqua blu contro una moschea
di Paul Wang

La manifestazione di ieri, pur illegale, era iniziata in modo pacifico, ma ha dato luogo poi a scontri con la polizia. Da metà agosto ad oggi, almeno otto persone del movimento sono state aggredite da sconosciuti. Il muro di silenzio del governo e le azioni violente della polizia accrescono lo scontro con i gruppi più radicali del movimento che scivolano sempre più in uno stile di guerriglia urbana.


Hong Kong (AsiaNews) – Per il 20mo weekend consecutivo, Hong Kong è stato teatro di manifestazioni pacifiche, ma anche di scontri con la polizia. Per colpire manifestanti in fuga un camion con cannoni ad acqua colorata di blu ha sparato contro la moschea di Kowloon.

Le autorità avevano proibito la manifestazione per evitare violenze e “possibili bombe”. Ma – come era prevedibile – decine di migliaia di persone si sono riversate lungo Nathan Road e Tsim Sha Tsui, la zona dello shopping, per riaffermare il loro diritto a manifestare per la democrazia.

La manifestazione, pur illegale, era iniziata in modo pacifico, ma verso le 15 alcuni gruppi più radicali hanno bloccato alcune strade, distrutto vetrine di negozi legati alla Cina e alla mafia cinese, lanciato molotov contro la stazione di polizia di Tsim Sha Tsui.

In risposta le forze dell’ordine hanno usato camionette con idranti ad acqua colorata di blu. E sebbene non vi fossero gruppi di dimostranti davanti alla moschea, la facciata e l’atrio dell’edificio è stato colpito e colorato. In serata il capo della polizia si è recato in visita all’imam della moschea nel tentativo di calmare le critiche.

Gente comune e membri del Fronte civico per i diritti umani, gli originari organizzatori della marcia, hanno aiutato membri della comunità musulmana a pulire l’edificio (foto 2).

In serata vi sono stati scontri con la polizia a Mong Kok (foto 4).

La manifestazione di ieri voleva essere anche una risposta agli attacchi subiti da alcuni membri del Fronte. Il 16 ottobre, il leader del Fronte, Jimmy Sham, è stato colpito fino al sangue con martelli e chiavi inglesi da un gruppo di persone mascherate. Due giorni fa un uomo che stava distribuendo volantini del movimento anti-estradizione, è stato accoltellato.

Da metà agosto fino ad oggi, almeno otto persone del movimento sono state aggredite da sconosciuti. I manifestanti accusano gruppi di criminali organizzati in combutta con Pechino.

Anche membri del movimento, durante le manifestazioni, hanno talvolta picchiato persone che esprimevano il loro disaccordo.

Il movimento era nato in giugno per rifiutare un progetto di legge che permetteva l’estradizione di sospetti criminali in Cina. Solo all’inizio di settembre, il governo ha cancellato in modo definitivo la proposta di legge. Ma intanto il movimento aveva accresciuto le sue domande per una piena democrazia ed esigendo un’inchiesta sull’uso eccessivo della forza da parte della polizia. Il muro di silenzio del governo e le sempre più violenti azioni di polizia accresce lo scontro con i gruppi più radicali del movimento che scivolano sempre più in uno stile di guerriglia urbana.