South Sumatera, la musica cattolica riunisce tutti i gruppi religiosi (Foto)
di Mathias Hariyadi

A Palembang si è svolta una competizione canora chiamata Pesparani. Mons. Sudarso ha scelto un leader islamico a capo del comitato organizzativo. L’arcivescovo: “Sviluppare una vera fratellanza tra la popolazione”.


Jakarta (AsiaNews) – Oltre 2mila fedeli e diversi gruppi interreligiosi hanno preso parte ad un festival di musica sacra cattolica nella diocesi di Palembang, provincia di South Sumatera (Sumsel). L’evento è stato organizzato da un alto esponente dell’organizzazione islamica più importante del Paese e testimonia ancora una volta il principio di “unità nella diversità”, che contraddistingue la società indonesiana e l’impegno della Chiesa locale per l’armonia tra le comunità. La competizione canora è conosciuta come Pesta Paduan Suara Gerejani (Pesparani) e si è svolta tra il 26 ed il 28 ottobre scorsi presso il Jakabaring Sport City di Palembang, capoluogo della provincia. Essa ha visto sfidarsi cori provenienti da 21 parrocchie e 48 scuole cattoliche del territorio.

La prima edizione del Pesparani di South Sumatera ha replicato il successo di quello organizzato lo scorso anno ad Ambon, nell’arcipelago delle Molucche. Persino il presidente Joko “Jokowi” Widodo aveva espresso apprezzamento per l’iniziativa della Conferenza episcopale (Kwi), prima nel suo genere. Ma a rendere speciale l’edizione di Palembang vi è la decisione dell’arcivescovo, mons. Aloysius Sudarso, di scegliere un leader islamico a capo del comitato organizzativo: Kiai Hajj Amiruddin Nahrawi, noto anche come Cak Amir, è il leader locale di Nahdlatul Ulama (Nu). Con i suoi circa 90 milioni di membri, questa è l’organizzazione islamica moderata più grande in Indonesia e nel mondo.

La scorsa settimana, mons. Sudarso aveva spiegato che la sua scelta rappresenta un invito a buone e profonde relazioni tra le comunità religiose. “Essa dimostra la buona volontà dei cattolici di sviluppare una vera fratellanza tra la popolazione di South Sumatera”, affermava l’arcivescovo a pochi giorni dal Pesparani. Durante un incontro pubblico con i vertici del Sriwijaya Military Command, Cak Amir ha dichiarato: “Le argomentazioni che hanno spinto l'arcivescovo a coinvolgermi in questo splendido evento sono molto ragionevoli”. “Anche se musulmano – ha chiarito – durante le violenze settarie che nel maggio 1998 scossero il Paese (e Palemnag) aiutai i cattolici locali. In qualità di leader di Nahdlatul Ulama, ho dispiegato i militanti di Banser [ala militare di un movimento giovanile affiliato a Nu ndr] a protezione degli edifici pubblici, compresi quelli della loro comunità”.

La partecipazione e l’intrattenimento offerto da diversi gruppi impegnati nel dialogo ha colorato la cerimonia di apertura del Pesparani. A presenziarla vi erano Herman Deru, governatore della provincia, e Cak Amir. Intervenuto durante quella di chiusura, mons. Sudarso ha dichiarato: “Lo spirito di apertura e la volontà di collaborare con persone di gruppi etnico-religiosi differenti devono essere riportate nelle nostre parrocchie, scuole e comunità”. A margine dell’evento, Hendro Setiawan – uno delle figure chiave nel comitato organizzativo – ha commentato ad AsiaNews: “Attraverso il canto e la recita di salmi, per i cattolici di South Sumatera il Pesparani ha rappresentato un’ottima occasione per esprimere in pubblico la propria fede in un ambiente amichevole e tollerante. Questa iniziativa pubblica è davvero eccezionale, poiché i nostri concittadini di musulmani, indù, buddisti, confuciani ed altri hanno mostrato un grande entusiasmo”.

(Ha collaborato Kristiana Rinawati, della Palembang Archdiocese’s Social Communication Commission).