Il primo riscontro è su una donna dell’Hubei entrata con un visto turistico il 19 gennaio. Nell’aeroporto internazionale è vietato l’ingresso di visitatori. Attivati due numeri verdi per chiedere informazioni sul contagio. Agevolato il rimpatrio di studenti dalla Cina, che saranno sottoposti a un periodo di quarantena.
Colombo (AsiaNews) – Le autorità sanitarie dello Sri Lanka hanno confermato il primo caso di coronavirus cinese sul proprio territorio. È una signora di circa 40 anni della provincia cinese dell’Hubei, entrata sull’isola il 19 gennaio scorso con un visto turistico e in seguito risultata positiva ai controlli. Intanto da questa mattina sono attive le misure di sicurezza nell’aeroporto internazionale Bandaranaike per prevenire la diffusione del contagio del morbo che nella sola Cina, da cui ha avuto origine, ha mietuto 106 vite.
Oggi la signora Pavithra Wanniarachchi, ministro della Salute, ha organizzato una conferenza stampa per illustrare le nuove procedure. Nello scalo aeroportuale sono in vigore restrizioni sui visti di turisti cinesi. Inoltre l’aeroporto è stato chiuso al transito di visitatori esterni, e consente solo le procedure di sbarco dei passeggeri.
Il governo, in comune accordo con la compagnia di bandiera SriLankan Airlines, ha aperto l’acquisto di voli con tariffe ridotte per agevolare il rientro dei giovani che studiano in Cina. Gli sconti saranno fino al 50% sul prezzo di listino ed è consentito pagare con carte di credito altrui.
L’ambasciata dello Sri Lanka a Pechino riporta che negli ultimi due giorni sono partiti almeno 204 studenti srilankesi. Altri gruppi sono attesi nei prossimi giorni. Tutti i passeggeri rientrati avranno l’obbligo di trascorrere un periodo di quarantena speciale di due settimane nella base dell’esercito di Diyatalawa.
Da oggi è anche disponibile 24 ore su 24 due numeri verdi (0710107107 o 0113071073) per chiedere informazioni sul coronavirus e consigli su come arginarne la diffusione [come l’uso di mascherine protettive per le vie respiratorie e lavarsi di frequente le mani, ndr]. infine le autorità sanitarie informano che i 12 maggiori ospedali dell’isola, compreso l’Infectious Diseases Hospital di Angoda dove è stato riscontrato il primo caso, sono preparati ad affrontare i casi di contagio.