Pechino: Il coronavirus ha già causato più contagi della Sars

La Commissione nazionale per la Salute riferisce che il bilancio delle vittime del virus identificato come “2019-nCoV” è salito a 132. I casi confermati di contagio sono 5.974. Nel 2003, la Sars infettò 5,327 persone e ne uccise 349 in Cina continentale; altre 299 ad Hong Kong.


Pechino (AsiaNews/Agenzie) – I casi confermati di contagio da un nuovo coronavirus che causa la polmonite hanno raggiunto quota 5.974 in Cina, superando il numero di infezioni avvenute durante l’epidemia di Sindrome respiratoria acuta grave (Sars) nel 2002-2003. Lo riferiscono oggi i media statali di Pechino. La Commissione nazionale per la Salute riferisce che il bilancio delle vittime del virus identificato come “2019-nCoV” è salito a 132, con 26 nuovi decessi ed altri 1.459 casi confermati da ieri sera; il personale medico ne sta monitorando altri 9mila sospetti.

A seguito dell'epidemia di Sars nel 2003, l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) criticò la Cina per aver sottostimato il numero di casi. Quell’anno, la malattia infettò 5,327 persone e ne uccise 349 in Cina continentale; altre 299 ad Hong Kong. Secondo l’Oms, il virus – che ha infettato 8,098 persone in tutto il mondo – ebbe origine nella provincia cinese meridionale del Guangdong. Nel maggio 2004, l’organismo internazionale annunciò che la Cina era libera dalla Sars.

A Wuhan, capoluogo della provincia di Hubei ed epicentro dell’ultima crisi, la polmonite ha ucciso 125 persone. Il virus ha infettato circa 60 persone in altre 14 nazioni. Le autorità sanitarie ritengono che la malattia – trasmissibile tra umani – abbia iniziato a diffondersi nella città situata a circa 1.000 chilometri a sud di Pechino. Il centro urbano è un importante snodo commerciale, con una popolazione di 11 milioni. Il governo ha disposto l’isolamento dell’area a partire dallo scorso 23 gennaio. Anche in città vicine, come Huanggang ed Ezhou, sono in vigore misure simili e senza precedenti, che colpiscono oltre 50milioni di cittadini.

Il Giappone ha estratto da Wuhan circa 200 cittadini; gli Stati Uniti hanno evacuato per via aerea circa 240 americani. Altri governi internazionali stanno organizzando operazioni simili. La Commissione europea ha affermato metterà a disposizione due aeromobili per far rientrare i cittadini in Ue, con 250 francesi in partenza sul primo volo. Hong Kong – scena di disordini anticinesi da mesi – ieri ha sospeso collegamenti ferroviari e traghetti verso la Cina continentale.