Baghdad, coronavirus: il patriarcato caldeo cancella le messe domenicali

Sospesi fino a nuova data anche i matrimoni e i funerali. Resteranno in vigore le messe feriali, dove si concentrano meno persone. Ai fedeli viene chiesto di sedere ai banchi e di non darsi la mano. Sacerdote nella capitale: “Provvedimenti che vanno nella direzione di un contenimento dei contagi”. La “speciale preghiera” del card Sako a Dio Padre e a Maria.


Baghdad (AsiaNews) - In seguito all’insorgere dei primi focolai di contagio del nuovo coronavirus, i vertici del patriarcato caldeo hanno rafforzato ancor più la stretta su messe e celebrazioni, dopo aver tracciato già nei giorni scorsi alcune linee guida per prevenire il contagio. “Data la continua presenza di nuovi casi - si legge in una nota - a Baghdad e in altre città, come misura precauzionale raccomandiamo di interrompere matrimoni, funerali e la celebrazione delle messe domenicali”.

Interpellato da AsiaNews p. Madyan Shamil, assistente al parroco della cattedrale caldea di san Giuseppe a Baghdad, conferma che i casi emersi nella capitale e in altre città sono “motivo di preoccupazione” e i provvedimenti vanno nella direzione di un contenimento dei contagi. Per questo, aggiunge, “il patriarca Sako ha deciso di fermare le messe domenicali” anche se “alcuni sacerdoti” avrebbero voluto continuare. Tuttavia “si sono verificate condizioni molto più pericolose” e per questo vogliamo rafforzare la preghiera. 

La notizia non ha peraltro sorpreso i fedeli della capitale, la maggior parte dei quali - come si legge nei commenti alla notizia sulla pagina social del patriarcato - sono favorevoli. “Ben fatto” scrive Nura M. George, per “precauzionali” che resteranno in vigore “sino a quanto questo calvario non passerà”. Le fa eco Waleed Naser Elia, secondo cui “questa è la scelta giusta”. Opinione condivisa da Majida Yacoub che parla di “passo doveroso” per il bene della comunità.

P. Shamil ricorda il periodo in cui si è diffusa la peste, nel 581 d.C. sotto il patriarca Ezechiele a Kirkuk e Ninive. I vescovi delle due città, racconta, hanno deciso di “stabilire preghiera e digiuno con i fedeli” per chiedere a Dio di allontanare l’epidemia, cosa che poi è avvenuta. “Da quel momento - ricorda - abbiamo iniziato a fare il digiuno e la preghiera per tre giorni consecutivi, chiamati ‘Bautha’ che significa supplica”. Alcune persone temono la malattia, ma “fanno affidamento sul Signore” seguendo il salmo 91:6: “Né la peste che va attorno nelle tenebre, né lo sterminio che infierisce in pien mezzodì”. Il patriarca, conclude, sa di “essere padre” e responsabile della salute dei fedeli, sia fisica che spirituale.

Il provvedimento “di responsabilità”, sottolinea la nota del patriarcato, vale per tutte le chiese e i luoghi di culto della capitale “fino a nuovo avviso”; l’auspicio è che anche i vescovi delle altre diocesi del Paese si adeguino alla direttiva per scongiurare una impennata di casi del nuovo coronavirus (Covid-19), che finora ha colpito 26 persone secondo le stime ufficiali. Intanto il governo irakeno ha sospeso le attività nelle scuole, nelle università e gli assembramenti pubblici. 

Di contro, la celebrazione della messa quotidiana continua perché le persone che frequentano sono di numero ridotto. Ai presenti si consiglia di “sedere e non darsi la mano” durante il segno di pace. “Viviamo in uno stato di incertezza - afferma la nota - sulla disponibilità di scorte preventive [per fronteggiare la crisi] e di trattamenti efficaci per contenere il virus”. 

In questa occasione, conclude il messaggio, “invitiamo i nostri credenti a pregare nelle proprie case” perché questa epidemia “passi” il prima possibile. Fra le orazioni, il patriarcato caldeo ha scritto una “preghiera preventiva” chiedendo a tutti i fedeli di recitarla (testo a fine articolo).
Ecco, di seguito, il testo della preghiera scritta dal patriarca Sako. Tradizione a cura di AsiaNews:

O Signore onnipotente, nostro Padre e nostra speranza, 

sai che stiamo attraversando un periodo difficile e pericoloso

mentre il coronavirus minaccia le vite degli esseri umani di tutto i mondo

in aggiunta alle altre problematiche politiche, sociali ed economiche che colpiscono e fanno del male a tutti noi. 

Ti prego Signore, non lasciarci soli a fronteggiare tutti questi rischi che mettono a repentaglio le nostre vite. Resta con noi, Signore, e proteggi i nostri cari e l’umanità intera da tutti i mali. 

O Signore, dacci la tua cura paterna

proteggici dal coronavirus e dalle altre malattie mortali, mantienici sani e benedici la nostra salute.

Concedi al nostro Paese il dono della pace, della sicurezza e della stabilità,
perché tu solo sei il nostro rifugio. 

O Maria nostra madre,

siamo in cerca della protezione materna

in questi tempi difficili come in tutti gli altri

per favore, non ti dimenticare di noi, perché sei la sola nostra madre amorevole. 

Amen.