Hong Kong: Carrie Lam annuncia nuova stretta sulla sicurezza nazionale

Pechino vuole la prigione per gli attivisti incriminati in base alla legge sulla sicurezza. In arrivo più controlli per scuole, associazioni, media e reti social. Il governo centrale loda l’operato delle autorità locali. pronte nuove sanzioni Usa. Associazione giornalisti: libertà di stampa “fatta a pezzi”.


Hong Kong (AsiaNews) – Carrie Lam ha annunciato stamane che l’esecutivo cittadino da lei guidato intensificherà l’applicazione della legge sulla sicurezza nazionale, imposta da Pechino la scorsa estate per reprimere il movimento democratico.

Lam ha sottolineato che le autorità locali vogliono soddisfare le aspettative del governo centrale. La leadership comunista vuole soprattutto che le 64 persone finora incriminate in base al draconiano provvedimento siano assicurate alla giustizia. La maggior parte di loro sono figure di primo piano dell’opposizione democratica, tra cui Jimmy Lai, Benny Tai e Joshua Wong, che attendono in prigione l’inizio del processo. 

La leader di Hong Kong ha dichiarato anche che la sua amministrazione dovrà esercitare un maggiore controllo su scuole, organizzazioni sociali, media e reti social. Il suo intervento è arrivato subito dopo che Xia Baolong, capo dell’Ufficio per gli affari di Hong Kong e Macao del Consiglio di Stato, ha elogiato l’operato di Lam durante un forum cittadino, al quale ha partecipato in videoconferenza da Pechino.

Secondo quanto riporta Rthk, Xia ha lodato i risultati rapidi e visibili raggiunti con il varo della legge. Egli vuole soprattutto che solo ai “patrioti” (esponenti pro-Pechino) sia permesso di concorrere alle elezioni per il Parlamento cittadino, il capo dell’esecutivo e il Comitato elettorale.

A quanto detto da Lam, Xia ha condannato le interferenze straniere negli affari di Hong Kong, in particolare l’accusa che la legge sulla sicurezza sia una minaccia per la città in quanto centro finanziario internazionale. Il riferimento è alle misure punitive già imposte da Stati Uniti e in parte dall’Unione europea a leader cittadini e di Pechino, accusati di violare i diritti umani nell’ex colonia britannica.

Al riguardo oggi sono attese nuove sanzioni Usa contro almeno sette funzionari dell’Ufficio cinese di collegamento a Hong Kong. L’amministrazione Biden pubblicherà anche un avvertimento alle imprese Usa sui rischi che incontrano nel fare affari nella città, dato il deteriorarsi della situazione locale.

Che il clima sia cambiato a Hong Kong lo ha confermato ieri la locale associazione dei giornalisti. Nel suo report annuale, quest’anno intitolato “Libertà a pezzi”, la Hkja fa notare che l’ultimo anno è stato il peggiore per la libertà di stampa nella città. L’organizzazione cita il caso della chiusura “forzata” di Apple Daily, il quotidiano indipendente fondato da Lai, e le crescenti minacce delle autorità ad altri giornali. Di fronte alla fuga di giornalisti all’estero, l’associazione chiede ai colleghi di rimanere in città per “salvaguardare la libertà di stampa, perché i cittadini di Hong Kong hanno bisogno d’informazione e verità”.