Legge sulla sicurezza: condanna in arrivo per ex leader studentesco Tony Chung

Si è dichiarato colpevole di “secessione” e riciclaggio, ma ha respinto l’accusa di “sedizione”. Alla guida del gruppo indipendentista “Studentlocalism”, ha detto di non provare vergogna per ciò che ha fatto. L’11 novembre sarà pronunciata la sentenza nei confronti del rider Ma Chun-man.


Hong Kong (AsiaNews) – L’ex leader studentesco Tony Chung si è dichiarato oggi colpevole del reato di “secessione” e di un capo d’accusa di riciclaggio di denaro. La prima imputazione rientra nei casi coperti dalla draconiana legge sulla sicurezza nazionale imposta da Pechino, che prevede anche la pena dell’ergastolo. Il 20enne attivista rischia però non più di sette anni di carcere, il massimo che può comminare la Corte distrettuale cittadina chiamata a giudicarlo. 

La sentenza, preceduta da una richiesta di mitigazione della pena, arriverà il 23 novembre. Nel patteggiamento Chung ha respinto l’accusa di aver “cospirato per pubblicare materiale sedizioso” e un’altra imputazione di riciclaggio. La Procura locale ha detto che con l’ammissione di colpevolezza potrebbe far cadere questi due capi d’accusa.

Fino al suo scioglimento nel giugno 2020, poco prima dell’adozione del provvedimento sulla sicurezza, Chung guidava “Studentlocalism”, un gruppo studentesco indipendentista. La polizia lo ha arrestato nell’ottobre dell’anno scorso in un caffè vicino al consolato Usa. Le Forze dell’ordine sospettavano che egli volesse chiedere asilo.

La pubblica accusa sostiene che Chung abbia usato il suo ruolo in Studentlocalism per pubblicare sui social media messaggi sediziosi. Nel 2019 egli avrebbe preso poi parte alle manifestazioni del fronte democratico con intenti secessionisti. L’attivista è anche accusato di aver usato un conto Paypal per raccogliere fondi da impiegare a fini illegali. Nella sua dichiarazione di colpevolezza Chung ha detto di “non provare alcuna vergogna” per quello che ha fatto.

Come riporta Rthk, il giudice Stanley Chan è intervenuto ammonendo Chung di non fare discorsi politici durante l’udienza. Secondo la Hong Kong Free Press, Chan ha disposto anche controlli video per verificare che il pubblico presente non abbia violato le regole della Corte con grida di sostegno all’imputato. Rivolgendosi a Chung, una donna avrebbe urlato “resisti!”.

Chung è il terzo accusato a dichiararsi colpevole di reati contro la sicurezza nazionale. Prima di lui lo hanno fatto l’attivista Andy Li e l’assistente legale Chan Tsz-wah. Nei mesi scorsi il noto attivista democratico Joshua Wong ha rivelato di aver appreso da fonti carcerarie che l’ex coordinatore di Studentlocalism ha subito punizioni corporali durante la prigionia, accusa che le autorità penitenziarie hanno respinto.

Wong è in carcere da tempo, in attesa del processo per presunte minacce alla sicurezza nazionale. Più di 60 persone, tra cui esponenti di primo piano del campo democratico, sono nella sua stessa situazione. A fine luglio Tong Ying-kit è diventato il primo cittadino dell’ex colonia britannica a essere condannato in base alla legge sulla sicurezza: il 24enne cameriere dovrà scontare nove anni di prigione “per aver incitato la popolazione alla secessione e al terrorismo”. L’11 novembre è attesa la sentenza di condanna per Ma Chun-man, un fattorino accusato di aver recitato slogan che invocano l’indipendenza di Hong Kong.